Quando si effettua un esperimento di laboratorio vengono spesso utilizzati supporti o contenitori, come ad esempio un tavolo o una provetta. Ci assicuriamo che tali supporti siano neutri, in modo da non influenzare (per lo meno in maniera significativa) il processo studiato. Così si utilizza acqua, o soluzioni acquose, per contenere il materiale vivente che desideriamo studiare, dando per scontato che questa sia solo un fluido neutro e che non prenda parte ai processi, se non come solvente e mezzo di supporto. Anche all’interno delle cellule (nel citosol, nel nucleo, nei mitocondri) c’è acqua, quindi tutte le molecole biologiche sono immerse in questa sostanza.
Tutti sanno che l’acqua è essenziale per la vita, ma le più recenti teorie quantistico-informazionali hanno suggerito che essa è un veicolo di informazioni e che determina la formazione di domini di coerenza, i quali consentono alle altre molecole di organizzarsi, incontrarsi e trasformarsi, dando un supporto che va ben oltre ciò che si è sempre pensato.
L’acqua, in poche parole, “guida” i processi e permette alle altre molecole di relazionarsi in maniera efficace diventando la vera “matrice della vita“. Se l’acqua non avesse queste particolari proprietà non sarebbe possibile alcun processo vitale, perché le molecole per incontrarsi in maniera del tutto casuale (come si sostiene nelle teorie classiche) richiederebbero tempi esageratamente lunghi, non compatibili con la vita stessa.
Da tempo ormai si è scoperto che l’acqua è un vero e proprio veicolo di informazioni: può immagazzinarle, trattenerle e cederle. Questo avviene attraverso la memorizzazione del campo elettromagnetico di altri materiali o fonti energetiche con cui viene a contatto. In realtà, come spiega il prof. Emilio del Giudice (vedi in fondo) per quanto riguarda l’acqua negli organismi viventi, più che di informazione sarebbe corretto parlare di conoscenza, perché non si tratta di un atto meccanico di trasmissione informazionale, ma di un passaggio più complesso di alcuni “dati” che vengono in qualche modo poi rielaborati per ottenere qualcosa di più ampio rispetto ad essi.
I domini di coerenza presenti nell’acqua sono il primissimo rudimentale segno di “unità di informazione”, che è alla base della vita e del più ampio concetto di “unità di coscienza”. Inoltre sono anche il primo segno dell’inversione della tendenza entropica (caratteristica dell’universo) che caratterizza il fenomeno della vita. La vita, infatti, organizza, dà senso, porta informazione, immagazzina ed elabora l’energia, al contrario della materia inanimata che tende al caos ed alla perdita di energia.
Tutta la medicina e tutta la biologia si sono sviluppate senza conoscere né comprendere l’importanza di questi concetti. Si pretende ancor oggi di studiare i processi vitali, quindi anche le malattie e la loro cura, senza tener conto di evidenze che possono cambiare in maniera importante la prospettiva del medico e del biologo.
A questo punto è inevitabile pensare che la vita sia nata, e ovviamente sviluppata, nell’acqua. Non è una novità, direte voi. In realtà le molecole biologiche non si formano spontaneamente in acqua… hanno bisogno di altre molecole biologiche che ne sostengano la sintesi. La risposta finale sull’incipit della vita credo non l’avremo mai, ma ritengo che sia la stessa che dà un significato e un senso anche all’evoluzione della vita stessa e alla sua complessità: la presenza di un’Intelligenza superiore che governa tutto l’universo. Questa Intelligenza è iscritta in ogni cosa, a partire dalle particelle subatomiche e dall’energia, che nelle loro interazioni consentono lo sviluppo di tutto ciò che conosciamo.
Da questo presupposto è evidente che la vita non è figlia del caso, e che quest’ultimo è solo una rappresentazione mentale pseudorazionale necessaria a giustificare ciò che non conosciamo e non comprendiamo.
Vedi anche: L’origine (e il senso) della Vita
Per approfondire il tema dell’acqua come veicolo di informazioni suggerisco: