Archivi categoria: Salute e Medicina

In questa sezione trovi gli articoli più pertinenti ai temi della salute, della malattia e della medicina.

Invito a due incontri interessanti

Gentilissimi,

di seguito l’invito per due interessanti incontri gratuiti che si terranno nei prossimi giorni. Il primo sul problema delle dipendenze da gioco (17 aprile, a Rimini), il secondo sul tema dell’alimentazione (16 aprile, a Villa Verucchio).

Un caro saluto

dott. Pier Luigi Masini

Che cosa succede quando il gioco perde la sua componente di spontaneità, di condivisione e di divertimento?
Il Gioco d’Azzardo è un fenomeno sociale e culturale dagli impatti devastanti sul tessuto sociale, economico, relazionale, affettivo, di cui ancora tardiamo a comprendere la portata presente e futura. Cosa fare? Come proteggersi?

Ne parliamo mercoledì 17 aprile insieme a Marco Dotti, giornalista e docente presso l’Università di Pavia e a Chiara Pracucci, psicologa e psicoterapeuta.

Vi aspettiamo alle 20.30 presso la Sala Manzoni della Diocesi di Rimini, in Via IV Novembre 37.

La serata è organizzata dalla “Rete GAP Rimini, a contrasto del Gioco d’Azzardo Patologico”.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Il Dipartimento di Sanità Pubblica presenta un evento di promozione della salute, volto ad implementare stili di vita sani che consentano ai cittadini di migliorare la propria alimentazione per mantenersi in salute e prevenire l’insorgenza di alcune malattie croniche come obesità, diabete e ipertensione.

L’evento nel territorio di Verucchio fa parte del ciclo di eventi gratuiti di promozione della salute, promossi nel Distretto di Rimini, organizzati dal Servizio Igiene e Sanità Pubblica con il patrocinio del comune di Verucchio e il coinvolgimento di alcune associazioni del territorio.

L’iniziativa viene organizzata in applicazione del Piano Regionale della Prevenzione 2021-2025, è rivolta a tutta la popolazione e si articola nell’ambito del ciclo di eventi gratuiti che si effettuano nel territorio della Valmarecchia suddivisi in due sezioni tematiche: “Il Carrello della salute” dedicato al tema della corretta alimentazione, e “Un passo alla volta” che promuove i benefici dell’attività fisica e le opportunità che i parchi ci offrono per fare movimento.

L’incontro in programmazione dal titolo “Il CARRELLO DELLA SALUTE, sarà condotto da dietisti, assistenti sanitari e infermieri del Dipartimento di Sanità Pubblica e si svolgerà presso la Sala Romagna Mia del Comune di Verucchio, 103 – Verucchio il 16 Aprile 2024 dalle 16.00 alle 18.00.

La partecipazione è libera e gratuita ed è consigliata l‘iscrizione agli incontri che può essere effettuata inviando una mail al Dipartimento di Sanità Pubblica scrivendo a: promosalute.rn@auslromagna.itindicando: nome, cognome, data di nascita, telefono e iniziativa alla quale si è interessati oppure telefonando al n. 334-3429196 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 16.00.

Spicchi di Carta: il video

Il mio commento alla “Carta della Nuova Umanità” è disponibile!

Può essere visualizzato al seguente link:

https://fb.watch/n2pWWCxt9Z/

FIRMA ANCHE TU LA CARTA DELLA NUOVA UMANITÀ:
www.cartadellanuovaumanita.it

Spicchi di carta – Le voci della nuova umanità:
https://fb.watch/lUQE4K4RXj/

Articolo di presentazione a “Spicchi di Carta” di Iside Fontana: https://www.darsipace.it/2023/06/29/spicchi-di-carta/

Curare una malattia non è una guerra

“Il sistema della guerra è agli sgoccioli, sopravvive solo intensificando le strutture della violenza, del controllo, e della menzogna”.

Dalla Carta della Nuova Umanità.

Nell’intervista al Corriere della Sera del 6 maggio 2023 (pag. 24) la scrittrice Michela Murgia racconta del suo ultimo libro e della sua malattia oncologica in stadio avanzato. Lo fa con un modo insolito e potremmo dire, per certi versi, affine alla visione della Carta. Dice infatti che non si riconosce nel “registro bellico”.

La malattia non è solo il male che porta con sé, e può essere vissuta in tanti modi. Siamo abituati a pensare alla medicina come a un’arma che distrugge qualcosa, ma questa visione è parte della guerra di cui parla la Carta della Nuova Umanità.

Di seguito uno stralcio dell’intervista.

– Il personaggio del suo libro [che sotto questo aspetto dice di essere autobiografico, n.d.r.] però non vuol sentir parlare di “lotta” contro il male. Perché?

“Non mi riconosco nel registro bellico. Mi sto curando con l’immunoterapia a base di biofarmaci. Non attacca la malattia; stimola la risposta del sistema immunitario. L’obiettivo non è sradicare il male, è tardi, ma guadagnare tempo. Mesi, forse molti”.

– Cosa intende per registro bellico?

“Parole come lotta, guerra, trincea…”.

[…]

“Il cancro non è qualcosa che ho; è una cosa che sono. Me l’ha spiegato bene il medico che mi segue, un genio. Gli organismi monocellulari non hanno neoplasie; ma non scrivono, non imparano le lingue, non studiano il coreano. Il cancro è un complice della mia complessità, non un nemico da distruggere. Non posso e non voglio fare guerra al mio corpo, a me stessa. Il tumore è uno dei prezzi che puoi pagare per essere speciale. Non lo chiamerei mai maledetto, o alieno”.

Il medico: mistico-tecnico tra coscienza e conoscenza

Oggi viene pubblicata sul sito di Darsi Pace una mia riflessione sulla professione medica e sulla cura scritta per DarsiSalute.

Curare gli altri è un atto sacro che richiede una ricerca ad ampio raggio, prima di tutto nella propria interiorità. Oggi non può prescindere dallo studio scientifico e tecnico, ma senza l’attenzione viva verso l’altro come persona il rischio è quello di curare una parte dimenticando il tutto.

Foto di National Cancer Institute su Unsplash

Laboratorio di scrittura autobiografica a Villa Verucchio


Segnalo questa bella iniziativa gratuita, rivolta a donne di ogni nazionalità con il desiderio di migliorare la propria comunicazione, potenziare la propria autostima e arricchire la relazione con se stesse.

Presso: Centro Civico, Piazza Europa 1, Villa Verucchio (Rimini)

A partire da lunedì 17 ottobre, ogni lunedì mattina dalle 9.30 alle 12.00.
Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre.

Per informazioni e iscrizioni:
valmarecchia@rompiilsilenzio.org
Tel. 346 5016665

La salute come integrazione di Biologia, Psicologia, Socialità e Spiritualità – video

La salute come integrazione di biologia, psicologia, socialità e spiritualità.

Con il dott. Pier Luigi Masini, a cura del gruppo di ricerca “Sani e Salvi”.

L’essere umano è un sistema complesso, per comprenderlo è necessario superare la visione lineare e semplificata che domina le nostre menti.

In questo video scoprirete, anche attraverso numerosi esempi, cosa significa “complessità” e come le aree della persona si influenzino vicendevolmente per realizzare lo stato di salute globale dell’individuo.

Capitoli

00:00 Introduzione, i sistemi semplici e i sistemi complicati

13:00 i sistemi complessi

28:31 il pensiero lineare e il pensiero sistemico, significato dell’applicazione alla persona

38:00 il modello bio-psico-socio-spirituale: le 4 aree della persona

46:23 esempi di relazioni tra le aree della persona e la sua salute

1:16:45 Geoge L. Engel e il “nuovo modello medico” (il modello biopsicosociale): la visione sistemica della persona

1:19:15 di cosa abbiamo bisogno quindi? La proposta di Obiettivo Benessere Globale

1:22:27 la pratica meditativa e i suoi effetti sulla persona

1:34:00 conclusione

Darsi Salute: Il messaggio della malattia

– Circa sei anni fa è stato gravemente malato. Questa dura prova le ha insegnato qualcosa di nuovo su se stesso?

[…] Questa malattia mi ha indotto a chiedermi dove avessi superato la mia “misura”. Non credevo di lavorare troppo, ma il mio corpo mi ha dato una lezione. Da allora cerco di ascoltarlo maggiormente. I miei confratelli mi mandarono in ospedale uno dei miei libri, “La salute come compito spirituale”: questo dapprima mi ha fatto inquietare, ma poi ho capito che dovevo essere più attento ai suggerimenti sussurrati dal mio cuore.

– Che cosa ci dicono questi impulsi del corpo? Quand’è possibile percepirli e come vanno interpretati?

Quando sono teso il mio corpo mi vuole dire che non sto bene interiormente. I dolori alla schiena, viceversa, possono farmi capire che sto reprimendo i miei sentimenti. Il mio corpo mi ricorda quindi cose che ho trascurato, perciò devo essergli grato di queste reazioni. Dovrei pensare meno alla causa della malattia e più al suo senso. La malattia contiene sempre un messaggio: o devo cercare una nuova misura (magari nel lavoro), o devo farla finita con la superficialità (ed eventualmente con una vita di successo) e scoprire la profondità della mia anima.

Anselm Grun, La cura dell’anima (ed. Paoline, 7a ed. 2017, edizione italiana a cura di Marco Guzzi, pag. 76)

DarsiSalute su Facebook: https://www.facebook.com/DarsiSalute/

La consapevolezza può migliorare la nostra salute?

Consapevolezza significa conoscere me stesso. Sapere cosa sta succedendo in me, quindi come sto, e magari anche perché sto così, cioè cosa mi sta disturbando, qual è il processo che mi porta a soffrire.

La strada della consapevolezza dura tutta la vita, ma può anche non realizzarsi quando non ci ascoltiamo, non ci mettiamo in discussione e perdiamo ogni possibilità di crescere e approfondire il nostro rapporto con la Vita.

Di mestiere faccio il medico e incontro quindi tante persone che non stanno bene. Cerco di interessarmi a loro, ma talvolta percepisco che loro non si interessano a se stesse. Ma non lo sanno.

Credono che il curarsi significhi andare dal dottore. Mi dispiace molto, perché il dottore può fare solo una piccola parte e quella grossa la fa la persona stessa da curare. Quando chiedo come va la vita in generale, di solito le risposte non sono positive: abbiamo tutti un sacco di problemi!

Ma le persone vengono da me per un malanno fisico e non fanno alcun collegamento con quanto vivono nella vita sotto l’aspetto interiore. Sono frustrate, stanche e sofferenti, conducono vite sregolate sotto l’aspetto alimentare, del sonno, delle relazioni, del lavoro. Eppure si lamentano pretendendo cure miracolose che risolvano i loro dolori o problemi fisici.

Quando non trovo altre motivazioni e tento un collegamento, ad esempio un periodo di stress o uno stravizio ed aumento di pressione arteriosa o un mal di pancia, a volte ricevo risposte del tipo: “davvero? non ci avevo mai pensato”.

Bene, l’importante è iniziare.

Pier Luigi Masini

Apertura ambulatorio di Medicina Generale

Dal 1° marzo 2021 ho intrapreso l’attività di medico di Medicina Generale (detto anche “medico di famiglia” o “medico di base”) nel comune di Verucchio (Rimini). L’incarico è temporaneo ma a breve diventerà definitivo (seguiranno informazioni in merito).

Continuerò anche la mia attività libero professionale e la conduzione degli incontri di gruppo del percorso Obiettivo Benessere Globale, seppur con qualche limitazione dovuta al grande impegno richiesto dall’attività di assistenza primaria in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale.

CLICCA QUI PER INFORMAZIONI RELATIVE ALLA GESTIONE DELL’ATTIVITA’ DI MEDICINA GENERALE

DarsiSalute: Parole, speranza, guarigione

Sul sito www.darsipace.it è stato pubblicato un nuovo articolo di Antonietta Valentini del gruppo DarsiSalute di cui faccio parte (vedi questa pagina per sapere di cosa si tratta).

Antonietta approfondisce il rapporto tra parola e speranza, anche riprendendo i temi e i concetti dell’interessante libro di Fabrizio Benedetti dal titolo “La speranza è un farmaco”. Questo ricercatore dimostra che, nel processo di cura e di guarigione, le parole utilizzate dal medico sono importanti almeno quanto il farmaco somministrato. Questo vale anche per il contesto di cura, la relazione tra medico e paziente, nonché altri fattori psicologici e culturali.

Pare giusto quindi chiedersi: se la relazione di cura è così importante vale davvero la pena di investirci tante risorse, invece perché ci si punta così poco?

Nella mia esperienza di medico posso dire che la relazione è davvero fondamentale per l’esito delle cure stesse. Per questo è importante avere, anche nei pochi minuti che si riescono a dedicare in alcune situazioni, un atteggiamento di ascolto, positivo ed empatico. Purtroppo non sempre noi operatori sanitari crediamo in questo, e spesso siamo freddi, distaccati, o anche (più o meno esplicitamente) pessimisti nei confronti della prognosi dei pazienti, inconsapevoli che stiamo influenzando negativamente gli eventi, se non altro per quanto riguarda l’umore, la speranza e la motivazione a curarsi e cercare di superare il proprio problema di salute.

Ma a quanto pare le parole (e con esse gli atteggiamenti) assumono il peso di un potente farmaco, interagendo realmente coi processi biologici del nostro organismo, non possiamo dimenticarcelo! E questo vale per le parole in cui crediamo, quelle che diciamo a noi stessi e agli altri.

DarsiSalute: Gli ingredienti della speranza

La speranza sembra essere più nascosta ultimamente, e spesso relegata ad ambiti scientifici: i vaccini, le cure… Tornare ad essere più umani significa, invece, anche riscoprirne il senso primario.

Condivido e consiglio questo articolo molto interessante e ricco di spunti positivi di Antonietta Valentini per DarsiSalute (apri il link per scoprire di cosa si tratta) pubblicato sul sito di Darsi Pace.

DarsiSalute: Tra salute e malattia: alla ricerca di senso

E’ uscito sul sito del Movimento Darsi Pace (www.darsipace.it) un nuovo contributo del gruppo di creatività culturale DarsiSalute di cui faccio parte.

Si tratta di un dialogo registrato in videoconferenza in primavera durante il lockdown, tra Iside Fontana, Antonietta Valentini e me. I temi che trattiamo sono quelli a noi cari, e in questa occasione andiamo “alla ricerca di senso”. Il senso del dolore, del male e della malattia è una delle più grandi domande che possiamo porci.

Rimando l’ascolto e la lettura direttamente sul sito di Darsi Pace.

La malattia tra interpretazione e ricerca di senso

Molto interessante questo articolo di Antonietta Valentini del gruppo di creatività culturale DarsiSalute del movimento Darsi Pace, di cui anch’io faccio parte.

La ricerca di un senso in ciò che viviamo, e nella malattia in particolare, è un passaggio fondamentale, che purtroppo la medicina scientifica non è in grado di affrontare. Altri approcci interpretativi e curativi in buona parte lo fanno, anche se talvolta appaiono un po’ forzati e, inevitabilmente, legati ad una visione filosofica o religiosa.

Credo che la ricerca di senso sia molto più importante dell’interpretazione della malattia. Il primo fornisce una direzione generale, il secondo un possibile metodo terapeutico che comunque va inteso all’interno del primo.
Ma qual è questo “senso generale”? La salute ad ogni costo? L’efficienza della persona? Una durata della vita maggiore possibile?
Nel caso della medicina scientifica (o “evidence based”, ovvero “basata sulle prove di efficacia”) il senso è di ridurre il più possibile il danno e la sofferenza, opponendosi ai processi patologici in corso.
Noi di DarsiSalute crediamo che si possa ampliare la visuale mantenendo la scienficità e allo stesso tempo integrando ciò che non è scientificamente dimostrabile, ma che l’esperienza e il credo (personale e comune) ci dicono in merito alla nostra esistenza.

Bloccarsi totalmente in una visione scientifica senza allargare lo sguardo è un grosso limite per noi operatori sanitari, limite che si riflette anche sull’esperienza personale di malattia e di salute delle persone con cui veniamo in contatto. Non basta dire “lei ha questo e quello, quindi deve prendere questa medicina o essere sottoposta a quell’intervento”. Abbiamo la responsabilità di guardare negli occhi chi abbiamo di fronte e recepirne le domande più profonde. Questo non significa avere delle risposte, ma mettersi al fianco e cercare insieme.

Credo che l’approccio al momento presente, una continua ricerca di senso in ciò che viviamo e la cura basata sulla relazione, uniti alle migliori terapie su base scientifica, possano essere il metodo più efficace per un approccio alla persona integrato e totale.

Grazie Antonietta!

L’arte del riciclaggio interiore

Esce oggi sul sito dell’associazione Darsi Pace questo mio articolo, che invito a leggere direttamente sul sito www.darsipace.it e che fa parte del lavoro del gruppo di creatività culturale DarsiSalute.

Si tratta di una semplice e breve riflessione sulle modalità di gestione delle nostre realtà interiori: buona parte di noi stessi viene trattata come un rifiuto, qualcosa da eliminare e nascondere. Si tratta di veri e propri meccanismi di difesa, che ci portano a mascherarci distorcendo la nostra vera umanità.

Un delicato, graduale e paziente lavoro interiore, come quello proposto da Darsi Pace e che porto avanti personalmente da alcuni anni, attraverso un’opera di liberazione e rielaborazione guida verso una miglior gestione di questi “rifiuti interiori”, dai quali può nascere anche una rivalutazione della nostra interiorità. Una sorta di “arte del riciclaggio interiore”. Vi invito a commentare direttamente sul sito dove è stato pubblicato l’articolo.

Lo Stress e i Fattori che ci aiutano ad affrontarlo

silhouette photography of man illustration

In questo momento di pandemia molte persone riferiscono di sentirsi sotto stress e mostrano notevoli difficoltà nell’affrontarlo e gestirlo.

In questo articolo cerco di descrivere l’argomento in modo semplice e alla portata di tutti, riportando anche i fattori che possono aiutarci a migliorarne la gestione. Di seguito un piccolo approfondimento per i più curiosi, un po’ più complesso, ma comunque credo comprensibile anche a molti “non addetti ai lavori”.

COSA SI INTENDE PER “STRESS”

Lo stress è qualcosa a cui tutti siamo sottoposti quotidianamente, ma non è necessariamente negativo. In un certo senso, e in accordo con la visione scientifica attuale, lo stress è come una ginnastica: se la pratichiamo in modo corretto, regolare e senza eccessi, ci fa bene. Essere quindi attivi e sottoposti a compiti che siamo in grado di compiere, seppure con fatica, impegnati in relazioni anche non sempre semplici, ci fa bene e rende la nostra unità bio-psico-socio-spirituale efficiente, reattiva e realizzata.

La totale assenza di stress significa quindi monotonia e magari anche isolamento, per cui, per rimanere sull’equivalenza con l’attività fisica, corrisponde ad una totale sedentarietà.

SUPER-STRESS O NON-STRESS?

Vi sono persone che stanno molto bene sul divano per giornate intere (ma sappiamo che questo non è salutare per molti aspetti) e altre invece che se non corrono o non si allenano in palestra stanno malissimo. Questo è in relazione alla nostra personalità, alle nostre esperienze (prenatali, infantili, adolescenziali e successive) e alle nostre abitudini, ma in merito allo stress è ben noto che alcuni di noi ne hanno bisogno una discreta quantità, mentre altri tendono a non sopportarne la benché minima presenza.

Andando per eccessi, chi non vorrebbe per nulla essere stressato può tendere a chiudersi, evitando le relazioni sociali, o a non impegnarsi in compiti difficoltosi. Questo può portare ad una reazione depressiva, che favorisce anche non pochi disturbi fisici (ad esempio alcune malattie neurodegenerative, o l’obesità). Lo stesso potrebbe succedere a chi è abituato a continui stimoli che ad un tratto vengono meno.

Chi, invece, sente il bisogno di essere continuamente stimolato rischia l’eccesso: diventare iperattivi e superimpegnati può far stare malissimo, in quanto può portare a sentirci ingabbiati dalle incombenze e in ansia, contribuendo allo sviluppo di insonnia e disturbi fisici di svariato genere (ad esempio disfunzioni intestinali, diabete mellito, disturbi cardiovascolari, ecc.). Reagirà in modo simile chi fatica a sopportare lo stress quando viene messo sotto pressione.

Altri fenomeni associati ad una precaria gestione dello stress sono ad esempio disturbi della memoria, difficoltà di attenzione e labilità emotiva.

Lo stress quindi va modulato, e non annullato. Proprio come una ginnastica. Siamo in genere abbastanza in grado di affrontare i cambiamenti e le sfide della vita, ma non è detto che i nostri adattamenti non siano anche deleteri per la nostra salute. E’ importante quindi cercare di imparare a gestire meglio lo stress.

MODULARE LO STRESS

woman doing yoga meditation on brown parquet flooring

Il cervello, per tutta la vita, è dotato di una plasticità che gli consente di rispondere a stimoli che lo fanno ammalare, ma anche che lo aiutano a riprendersi.

Tra i fattori a nostra disposizione che contribuiscono efficacemente ad un miglioramento della gestione dello stress sono stati riscontrati:

1) meditazione, in particolare mindfulness (vedi le mie proposte Obiettivo Benessere Globale e Meditazione e Benessere Globale online), basta praticarla per 8 settimane per avere riscontri effettivi;

2) ascoltare musica regolarmente;

3) coltivare il senso dell’umorismo, ridere;

4) favorire l’eubiosi intestinale, ovvero la presenza di batteri che facilitano un corretto funzionamento intestinale e del sistema immunitario;

4) dieta adeguata;

5) attività fisica regolare e adeguata (non troppo intensa);

6) coltivare amicizie e buoni rapporti sociali;

7) studiare argomenti di interesse e fare esercizio mentale (non eccessivo);

8) passare del tempo in ambienti tranquilli e all’aperto, come corse o passeggiate al parco e nei boschi.

Tutto questo significa assicurarci dei momenti che ci diano la possibilità di prenderci cura di noi stessi, di coccolarci e di farci del bene.

Se non ci riesci a farlo da solo puoi valutare i percorsi che propongo.


UN APPROFONDIMENTO

Ormai 50 anni fa sono stati scoperti recettori per glucocorticoidi (ormoni rilasciati dalla corteccia surrenalica sotto stimolo dell’asse ipotalamo-ipofisario) nell’ippocampo, una struttura cerebrale impegnata nella regolazione emotiva, nella memoria e nell’apprendimento. È quindi ben compreso come non vi sia solo un circuito discendente, ovvero dal cervello al surrene, e nemmeno solamente un circuito di feedback negativo, ma una precisa risposta del cervello stesso al cosiddetto “ormone dello stress” (il glucocorticoide cortisolo, anche se in realtà nel cervello si trovano anche recettori per mineralcorticoidi, altri ormoni surrenalici). Questa risposta si può configurare come modulazione epigenetica dell’attività neuronale, formazione o destrutturazione di sinapsi e variazione del numero di dendriti.

Uno stress accettabile porta ad una reazione di adattamento, in sé positiva: miglioramento del metabolismo cerebrale e corporeo, aumento delle sinapsi e dei dendriti, ingrandimento di aree deputate alla memoria e alla gestione delle sfide (come amigdala, ippocampo, corteccia prefrontale mediale). Uno stress eccessivo e cronico porta invece ad un meccanismo di difesa delle stesse strutture cerebrali, altamente sensibili ai glucocorticoidi, con conseguente riduzione dei neuroni e delle loro connessioni, fatto rilevabile anche con risonanza magnetica.

Sono stati riscontrati fattori neuroprotettivi provenienti da diversi organi e apparati dell’organismo, in relazione agli stimoli che questi ricevono. Ad esempio sono protettivi nei confronti della gestione delle emozioni e dello stress insulina (dal pancreas), IGF-1 (dal fegato), catepsina B (dai muscoli), osteocalcina (dall’osso). Questo, in parte, spiega il miglioramento della sensibilità allo stress e della gestione emotiva in seguito ad attività fisica o modifiche dietetiche.

Gli effetti dei glucocorticoidi possono essere espressi con un grafico ad U rovesciata: sono i livelli intermedi a dare le risposte migliori a livello neurale, influenzando positivamente, ad esempio, la nostra capacità di imparare, memorizzare, affrontare eventi stressanti. Livelli troppo bassi o eccessivi possono invece portare a gravi problemi comportamentali, adattativi (plasticità neuronale), emotivi ed affettivi, fino a sindromi psichiatriche vere e proprie come disturbo bipolare, depressione maggiore, disturbo post-traumatico da stress, disturbi di panico.

FATTORI INFLUENTI SULLO STRESS E SULLA SUA GESTIONE

Vi sono fattori fisici particolarmente influenti su tutto questo. Possono creare difficoltà ad esempio la sindrome metabolica, l’insulino-resistenza, ritmi circadiani alterati, disturbi del sonno, vita troppo sedentaria.

L’ambiente socioculturale, le condizioni economiche e le esperienze di vita hanno un grande peso sulla gestione dello stress e sulla salute generale delle persone. Povertà, abusi infantili, avversità ed abbandono nell’infanzia, sono fattori fortemente predisponenti a diabete mellito, depressione, malattie cardiovascolari, abuso di sostanze, demenza senile.

L’impatto generale delle esperienze di vita in questo senso viene definito come “carico allostatico”, in riferimento al peso di eventi e condizioni stressanti, situazioni sociali, economiche e culturali. L’affrontabilità di questo carico da parte dell’individuo, in relazione alla sua predisposizione genetica e alle possibilità personali sviluppate, potrà determinare una risposta più o meno adattiva o patologica, con conseguenze comportamentali, di salute corporea e adattamento sociale.


Fonti:

– Thomson H., Don’t stress: The scientific secrets of people who keep cool heads, New Scientist, 19 Feb 2020

– McEwen B. S. e Akil H., Revisiting the Stress Concept: Implications for Affective Disorders, The Journal of Neuroscience, Jan 2, 2020, 40(1):12-21

– Immagini da unsplash.com

Virus biologici, virus mentali

Senza nulla togliere all’importanza della pandemia attuale, all’importanza di restare a casa ed utilizzare tutte le precauzioni che ormai conosciamo benissimo, ci sono aspetti interiori che non sempre consideriamo e che ci fanno stare male, probabilmente ponendoci anche ad un rischio maggiore di infettarci! Per questo sto proponendo a chi lo desidera di incontrarci online per lavorare insieme su corpo, mente e spirito.

Tutte le informazioni e il video integrale del primo incontro alla pagina: https://www.pierluigimasini.it/meditazione-e-benessere-glob…/

Il medico in crisi

Condivido l’articolo di Iside Fontana di DarsiSalute, pubblicato recentemente sul sito Darsi Pace. Continua la sua esposizione relativa alla proposta di Ivan Cavicchi per gli “Stati Generali della Medicina”.

Di seguito un mio commento all’articolo.

In effetti il titolo potrebbe far pensare che sia solo il medico ad essere in crisi! Ovviamente sappiamo bene che non è così, e la crisi del medico (e della medicina) fa parte della grade crisi umana che stiamo vivendo. All’interno di tal contesto non poteva che essere questa l’evoluzione della medicina: spaventata, chiusa nei suoi schemi razionali, difesa, in una parola… alienata.
Ci sono tanti piccoli segni di speranza che ci fanno sperare in un’evoluzione di questo importante ambito umano: il documento di Cavicchi citato nell’articolo ne è un’esempio, ma lo sono tutte le persone che lavorano su di sé e cercano nella relazione le risposte più vere, anche quando si tratta di problemi apparentemente solo “fisici”.
Spesso si cerca nel medico le risposte che non ha, si pretende che abbia una visione che non può avere perché è figlio di questa umanità ferita. Viene criticato perché non ha altro che risposte razionali e apparentemente semplicistiche. Medico e paziente diventano due fazioni opposte, ridotti in profonde trincee, pronti a sparare.
Credo, invece, sia necessario imparare a cercare insieme, cercare e creare senso in quello che viviamo, anche nella malattia o nella paura di ammalarci. Diventare partecipi di un’unico percorso, condividendone le speranze e le difficoltà. Allearsi da fratelli che lavorano nello stesso campo e si cibano dello stesso raccolto.
Camminando insieme verranno anche risposte più consone alla nostra necessità di realizzare una umanità nuova.

Gli Stati Generali della Professione Medica

I medici hanno capito che è il momento di cambiare rotta (e medicina…), il 2019 è stato l’anno degli “Stati Generali della Professione Medica”. In questo articolo pubblicato oggi su Darsi Pace Iside Fontana inizia ad analizzare il documento proposto dal sociologo Ivan Cavicchi e le sue “100 tesi”.
Seguiranno altri articoli di approfondimento.

Per chi volesse scaricare il documento citato nell’articolo questo è il link.

Cantare migliora la salute!

E’ noto a tutti come il canto possa farci sentire meglio e rispondere al nostro bisogno di espressione e comunicazione, ma abbiamo le prove che tutto questo si traduce anche in un vero e proprio miglioramento della salute psicofisica.

Il canto, infatti, modula l’umore, lo stress e i loro mediatori (cortisolo, citochine e attività dei neuropeptidi) nei malati di cancro e in chi si prende cura di loro. Migliora inoltre l’attività del sistema immunitario, fondamentale in tutti i processi di malattia e di guarigione.

Tutto questo è stato dimostrato da uno studio apparso su “ecancer” in cui sono state studiate persone appartenenti a gruppi corali. Il lavoro, a cura di Daisy Fancourt e colleghi, è apparso sulla rivista nel 2016 col titolo “Singing modulates mood, stress, cortisol, cytokine and neuropeptide activity in cancer patients and carers” ed è disponibile in testo integrale a questo link.

Il canto può essere solitario, ma è anche un’attività in grado di farci socializzare creando amicizia e interazione con altre persone che nutrono la stessa passione, portando con sé quindi anche un grande valore sociale.

In conclusione cantare è un’attività che porta verso il benessere globale della persona e può fare anche parte di una vera e propria terapia in caso di problemi di salute.

Quando la speranza supera la malattia… e salva la vita

In questo video Stefano Vitali, riminese, padre di una casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII, ex presidente della Provincia e assessore comunale di Rimini, racconta la sua profonda esperienza di vita. A 40 anni gli venne diagnosticata una grave patologia tumorale. La sua esistenza, proprio sul più bello, sembrava stesse finendo. Una straordinaria speranza, nata dal profondo del suo cuore, sembra abbia stravolto il corso degli eventi.

Trovo che uno degli elementi più significativi di questa storia non sia tanto la guarigione di Stefano, già di per sé miracolosa, ma il fatto che sia stato possibile trasformare e guarire la sua interiorità grazie alla malattia stessa.

Un insegnamento per tutti.