Comportamenti preventivi corrispondono anche ad una vita più felice e piena di significato. Non sempre, però, ce ne accorgiamo facilmente.
Questo articolo è la continuazione di: Vivere meglio è prevenire
Sembra più facile mangiare patatine, bere bibite o alcolici, ipnotizzarsi davanti alla tv e isolarsi, rispetto a una dieta equilibrata e priva di sostanze dannose, una vita di relazioni e di progetti per il bene comune. Siamo più spesso tristi e arrabbiati, tesi e stanchi, piuttosto che felici e gioiosi, energici e liberi di esprimerci. Perché?
Una risposta secca potrebbe essere: perché siamo così intelligenti e liberi di scegliere da aver potuto prendere strade diverse da quelle “naturali”. Il riferimento non è tanto al singolo, quanto piuttosto alla società, che nella sua evoluzione ha determinato la costruzione dell’ambiente e dei modelli che troviamo e che ci condizionano.
Abbiamo imparato a chiuderci in noi stessi e a non esprimere il nostro essere, a pensare al nostro orticello e essere diffidenti, a mangiare e bere ciò che ci fa male, a comportarci in un certo modo perché ce lo hanno insegnato, a non giocare perché è cosa da piccoli, a fare più cose possibili per essere produttivi, a non considerarci abbastanza forti e importanti, ecc.
In questo momento, pur accorgendoci di non seguire il miglior percorso di vita possibile, potremmo avere la sensazione che “le cose stanno così e non è possibile (o non è giusto) cambiarle”. Si tratta di uno dei peggiori condizionamenti!
Siamo quindi bloccati nel nostro percorso, come treni lanciati sui propri binari.
Insieme a questa grande intelligenza abbiamo quindi bisogno anche di più consapevolezza, che possiamo sviluppare prima individualmente e poi anche come umanità.
Se sento veramente chi sono, posso anche permettermi di fermarmi e ascoltarmi, di essere in pace e di scegliere liberamente.
I punti iniziali di questo percorso possono essere:
- Riconosco che non mi trovo in pieno benessere e/o non seguo una via ottimale (vedi domande sopra).
- Ascolto profondamente i miei bisogni (mindfulness, ascolto reciproco, relazione d’aiuto).
- Decido di iniziare a mettere in atto piccoli cambiamenti nella mia vita, li comunico a qualcuno che mi vuole bene, oppure li scrivo su un foglio e lo appendo al muro.
Far parte di un gruppo o una comunità con scopi comuni è di grande aiuto, per poter essere più costanti nel percorso di cambiamento e sentirsi appoggiati e sostenuti.
Cambiare o attuare qualcosa di nuovo è sempre un po’ faticoso, ma in questo caso ne vale davvero la pena: agendo in maniera sensata sul nostro equilibrio psicofisico otteniamo un beneficio globale, che si rispecchia in un corpo più pronto e sano, ma anche in una mente più lucida e serena. In questo modo ci predisponiamo anche a migliori relazioni e successo in ciò che desideriamo nella vita.