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Darsi Salute: Il messaggio della malattia

– Circa sei anni fa è stato gravemente malato. Questa dura prova le ha insegnato qualcosa di nuovo su se stesso?

[…] Questa malattia mi ha indotto a chiedermi dove avessi superato la mia “misura”. Non credevo di lavorare troppo, ma il mio corpo mi ha dato una lezione. Da allora cerco di ascoltarlo maggiormente. I miei confratelli mi mandarono in ospedale uno dei miei libri, “La salute come compito spirituale”: questo dapprima mi ha fatto inquietare, ma poi ho capito che dovevo essere più attento ai suggerimenti sussurrati dal mio cuore.

– Che cosa ci dicono questi impulsi del corpo? Quand’è possibile percepirli e come vanno interpretati?

Quando sono teso il mio corpo mi vuole dire che non sto bene interiormente. I dolori alla schiena, viceversa, possono farmi capire che sto reprimendo i miei sentimenti. Il mio corpo mi ricorda quindi cose che ho trascurato, perciò devo essergli grato di queste reazioni. Dovrei pensare meno alla causa della malattia e più al suo senso. La malattia contiene sempre un messaggio: o devo cercare una nuova misura (magari nel lavoro), o devo farla finita con la superficialità (ed eventualmente con una vita di successo) e scoprire la profondità della mia anima.

Anselm Grun, La cura dell’anima (ed. Paoline, 7a ed. 2017, edizione italiana a cura di Marco Guzzi, pag. 76)

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DarsiSalute: Il corpo

Abbiamo acquisito una modalità di percezione del nostro corpo separata dal nostro Io, come se vivessimo dentro ad una macchina e la mente ne fosse il sistema di comando. Ma c’è molto di più di questa visione frammentata.

In questo post di Iside Fontana, la coordinatrice del gruppo DarsiSalute, iniziamo a parlare del corpo e di come lo percepiamo, di quanto sia importante prendere consapevolezza delle distorsioni a cui siamo arrivati e come questo sia stato possibile. E’ quindi necessario iniziare viverlo nel profondo, in modo armonioso ed integrato con tutto il nostro essere.

Condivido anche un mio commento:

Ascoltare il corpo è una delle pratiche che ho maggiormente realizzato negli ultimi anni. Nel mio corpo si esprime tutto il mio essere persona, quindi anche ciò che avrei voluto non esistesse in me, ed è proprio in questo ascolto che ho trovato tante risposte, ma anche molta serenità e pace. Ho scoperto che esiste uno stato in cui sono me stesso e allo stesso tempo ho perso me stesso… ed è in quel modo che sento fluire la vita senza ostacoli, che si parli di vita interiore o di vita biologica, ma lo stento proprio nel mio corpo, ed è in quel modo che posso aprirmi veramente ad una relazione col divino, se ci metto un pizzico di fede.
Questo è davvero rivoluzionario, riportato nella relazione col prossimo e quindi nella cura, può cambiare anche la medicina. La rivoluzione deve però coinvolgere tutti, non solo i medici e il personale sanitario. Imparare ad affrontare le sfide della vita, quindi anche la malattia e l’invecchiamento, con accettazione, speranza e responsabilità, fa parte del percorso di ognuno. Ci si rivolge spesso, invece, alla medicina con la pretesa di essere guariti, tappandosi il naso e sperando che qualcun altro ci tolga di mezzo quel fastidioso impiccio. A quel punto non restano che pillole e bisturi.

Le tecniche psicosomatiche

Considerare l’essere umano sotto il profilo psicosomatico significa vederlo come una unità, formata da psiche, corpo, relazioni sociali e spiritualità. Per prendersene cura bisogna quindi curare tutte le sue componenti, ovvero curare la persona piuttosto che la sua malattia o i suoi sintomi.

Ogni sintomo fisico ha un riscontro psichico, e un ascolto attento permette di comprendere come non sono uno la causa dell’altro, ma segni di un insieme che ha perso la sua armonia, in altre parole è venuta a mancare l’integrazione delle sue componenti.

Quando percepiamo dolore in un’area corporea viviamo un’esperienza sensoriale spiacevole, che porta ad un vissuto emotivo dalle sfumature più diverse, spesso caratterizzato da tensione, preoccupazione, svalutazione, ma che può diventare anche rabbia, paura, ecc. La colorazione emotiva del sintomo è del tutto soggettiva e legata allo specifico contesto in cui viene provato. Il significato che abbiamo imparato a dare alle nostre sensazioni corporee e alle nostre emozioni dipende largamente dal rapporto con le figure di riferimento dell’infanzia, particolarmente da quello con nostra madre.

Come possiamo quindi agire terapeuticamente considerando tutto questo? Uno dei primi passi è il riconoscimento di ciò che proviamo a livello corporeo. Per poterlo fare è necessario uno spazio di ascolto e consapevolezza sufficientemente profondo. In questo spazio è possibile ottenere una progressiva integrazione delle componenti dell’individuo, il cui rapporto era stato fratturato da un’esperienza traumatica.

Di seguito riporto un accenno alle principali tecniche psicosomatiche che utilizzo. Si tratta, nella maggior parte dei casi e più in generale nel loro utilizzo d’insieme, di tecniche dalla comprovata efficacia e senza effetti collaterali. Vi sono numerosissimi studi scientifici, in particolare sulla mindfulness, che riportano miglioramenti dell’ansia, della depressione, dei sintomi fisici cronici, delle tensioni, dei pensieri ossessivi, degli attacchi di panico, del senso di appartenenza alla società, delle relazioni, della gestione delle emozioni, del rendimento scolastico o lavorativo, della capacità di concentrazione e attenzione, dell’empatia, dell’intelligenza emozionale, ecc.

  1. La tecnica base è la Mindfulness psicosomatica che consente di entrare in uno spazio di consapevolezza più profondo, attraverso l’ascolto del respiro nelle varie parti del corpo e in tutto il corpo insieme. Questo particolare stato corrisponde a evidenze scientifiche riguardanti la sincronizzazione dell’attività delle varie aree del cervello, riduzione dell’attività cerebrale ad alta frequenza (onde beta, corrispondente al pensiero e all’autocontrollo), aumento dell’attività a bassa frequenza (onde alfa, theta, delta). Il respiro è il principale strumento della psicosomatica: rivitalizza il corpo, scioglie le emozioni bloccate, apre la mente e risveglia la coscienza. Sin dall’antichità l’equilibrio psicosomatico e spirituale è stato associato al “respiro globale”.
  2. Il Body-scan psicosomatico è la tecnica che porta a sviluppare prima una maggior sensibilità corporea, poi anche quella più sottile, che potremmo definire energetica. Si tratta di una esplorazione corporea effettuata attraverso la focalizzazione dell’attenzione e del respiro, mentre ci si trova in stato di consapevolezza profonda. Questo porta a riconoscere e imparare ad esprimere il proprio percepito attraverso forme, colori, e altre caratteristiche.
  3. Il Disegno psicosomatico è una modalità espressiva di traduzione delle sensazioni in immagine disegnata su carta. La persona trova così il modo di “fotografare” il suo attuale stato di consapevolezza corporea.
  4. Gli esercizi di energetica stimolano la consapevolezza corporea anche attraverso il movimento. La piacevolezza del movimento delle tecniche “dolci” aiuta a riscoprire l’armonia del corpo nella sua interezza, mentre la decisione delle tecniche “forti” irrobustisce il senso di presenza, forza e sicurezza della persona.
  5. L’uso della voce permette in maniera semplice di riconoscere e stimolare varie aree corporee, dalla pancia, al torace, alla gola, alla testa, al corpo intero.
  6. Il massaggio olistico consente di migliorare la percezione di aree corporee bloccate, di liberarne le tensioni e facilitarne il ripristino del flusso energetico.

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