“Il sistema della guerra è agli sgoccioli, sopravvive solo intensificando le strutture della violenza, del controllo, e della menzogna”.
Dalla Carta della Nuova Umanità.
Nell’intervista al Corriere della Sera del 6 maggio 2023 (pag. 24) la scrittrice Michela Murgia racconta del suo ultimo libro e della sua malattia oncologica in stadio avanzato. Lo fa con un modo insolito e potremmo dire, per certi versi, affine alla visione della Carta. Dice infatti che non si riconosce nel “registro bellico”.
La malattia non è solo il male che porta con sé, e può essere vissuta in tanti modi. Siamo abituati a pensare alla medicina come a un’arma che distrugge qualcosa, ma questa visione è parte della guerra di cui parla la Carta della Nuova Umanità.
Di seguito uno stralcio dell’intervista.
– Il personaggio del suo libro [che sotto questo aspetto dice di essere autobiografico, n.d.r.] però non vuol sentir parlare di “lotta” contro il male. Perché?
“Non mi riconosco nel registro bellico. Mi sto curando con l’immunoterapia a base di biofarmaci. Non attacca la malattia; stimola la risposta del sistema immunitario. L’obiettivo non è sradicare il male, è tardi, ma guadagnare tempo. Mesi, forse molti”.
– Cosa intende per registro bellico?
“Parole come lotta, guerra, trincea…”.
[…]
“Il cancro non è qualcosa che ho; è una cosa che sono. Me l’ha spiegato bene il medico che mi segue, un genio. Gli organismi monocellulari non hanno neoplasie; ma non scrivono, non imparano le lingue, non studiano il coreano. Il cancro è un complice della mia complessità, non un nemico da distruggere. Non posso e non voglio fare guerra al mio corpo, a me stessa. Il tumore è uno dei prezzi che puoi pagare per essere speciale. Non lo chiamerei mai maledetto, o alieno”.