– Circa sei anni fa è stato gravemente malato. Questa dura prova le ha insegnato qualcosa di nuovo su se stesso?
[…] Questa malattia mi ha indotto a chiedermi dove avessi superato la mia “misura”. Non credevo di lavorare troppo, ma il mio corpo mi ha dato una lezione. Da allora cerco di ascoltarlo maggiormente. I miei confratelli mi mandarono in ospedale uno dei miei libri, “La salute come compito spirituale”: questo dapprima mi ha fatto inquietare, ma poi ho capito che dovevo essere più attento ai suggerimenti sussurrati dal mio cuore.
– Che cosa ci dicono questi impulsi del corpo? Quand’è possibile percepirli e come vanno interpretati?
Quando sono teso il mio corpo mi vuole dire che non sto bene interiormente. I dolori alla schiena, viceversa, possono farmi capire che sto reprimendo i miei sentimenti. Il mio corpo mi ricorda quindi cose che ho trascurato, perciò devo essergli grato di queste reazioni. Dovrei pensare meno alla causa della malattia e più al suo senso. La malattia contiene sempre un messaggio: o devo cercare una nuova misura (magari nel lavoro), o devo farla finita con la superficialità (ed eventualmente con una vita di successo) e scoprire la profondità della mia anima.
Anselm Grun, La cura dell’anima (ed. Paoline, 7a ed. 2017, edizione italiana a cura di Marco Guzzi, pag. 76)
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