Abbiamo acquisito una modalità di percezione del nostro corpo separata dal nostro Io, come se vivessimo dentro ad una macchina e la mente ne fosse il sistema di comando. Ma c’è molto di più di questa visione frammentata.
In questo post di Iside Fontana, la coordinatrice del gruppo DarsiSalute, iniziamo a parlare del corpo e di come lo percepiamo, di quanto sia importante prendere consapevolezza delle distorsioni a cui siamo arrivati e come questo sia stato possibile. E’ quindi necessario iniziare viverlo nel profondo, in modo armonioso ed integrato con tutto il nostro essere.
Condivido anche un mio commento:
Ascoltare il corpo è una delle pratiche che ho maggiormente realizzato negli ultimi anni. Nel mio corpo si esprime tutto il mio essere persona, quindi anche ciò che avrei voluto non esistesse in me, ed è proprio in questo ascolto che ho trovato tante risposte, ma anche molta serenità e pace. Ho scoperto che esiste uno stato in cui sono me stesso e allo stesso tempo ho perso me stesso… ed è in quel modo che sento fluire la vita senza ostacoli, che si parli di vita interiore o di vita biologica, ma lo stento proprio nel mio corpo, ed è in quel modo che posso aprirmi veramente ad una relazione col divino, se ci metto un pizzico di fede.
Questo è davvero rivoluzionario, riportato nella relazione col prossimo e quindi nella cura, può cambiare anche la medicina. La rivoluzione deve però coinvolgere tutti, non solo i medici e il personale sanitario. Imparare ad affrontare le sfide della vita, quindi anche la malattia e l’invecchiamento, con accettazione, speranza e responsabilità, fa parte del percorso di ognuno. Ci si rivolge spesso, invece, alla medicina con la pretesa di essere guariti, tappandosi il naso e sperando che qualcun altro ci tolga di mezzo quel fastidioso impiccio. A quel punto non restano che pillole e bisturi.