Tutti gli articoli di Pier Luigi Masini

Come distruggere la famiglia partendo dalla scuola

Vi sono movimenti di pensiero che stanno gravemente minando ciò che caratterizza le fondamenta della nostra umanità in termini di identità, pensiero e famiglia. Mi pare che se ne parli pochissimo e se ne conosca molto meno.

Uno di questi è la “teoria gender”, visione che sta entrando nei documenti ufficiali delle istituzioni, nelle leggi, nei piani educativi delle scuole dei nostri figli. Non solo: si sta insinuando, senza che ce ne accorgiamo, come un velenoso ma silenziosissimo serpente, nel linguaggio, nella cultura e nel pensiero di tutti noi. In qualche modo lo stiamo inconsapevolmente accettando, col rischio che l’identità sessuale diventi un accessorio da scegliere al pari del colore di un vestito e la famiglia rimanga solo un vecchio ricordo.

Vi sono già molti segni di scardinamento dei principi sociali fondamentali. Il numero di nuclei sociali costituiti da una sola persona (che non mi sento di chiamare “famiglia” come fa invece l’ISTAT da cui prendo il dato) è pari ad un terzo del totale, e sta crescendo di anno in anno. Cioè viviamo sempre più soli e separati. Il matrimonio ormai è una scelta sempre più rara tra le coppie, mentre è in salita il ricorso alla procreazione assistita, artificiale, o surrogata, ma le nascite sono in calo costante. Ci stiamo quindi indirizzando verso una società fatta per lo più di single, che a stento si mantiene attraverso una riproduzione sempre più tecnologica, e quindi svincolata da quella relazione che fa della famiglia la cellula fondamentale della società.

Personalmente credo nella famiglia e nelle relazioni stabili tra le persone. Credo nel rapporto di coppia, anche se so bene quanti sacrifici richieda perché possa rimanere stabile e saldo. Credo in una società basata sulla famiglia, quindi sull’amore che si manifesta e trova la sua massima espressione nel matrimonio e nella genitorialità. Ci credo perché ciò che vivo ogni giorno è l’amore nella mia famiglia, pur nella sua umana incompletezza e imperfezione, in un’insieme di relazioni che ricerca il bene reciproco e comune. E tutto questo dà un grande senso alla mia vita.

Per approfondire questo tema, e capire meglio di cosa sto parlando, consiglio vivamente di ascoltare l’intervista (riportata qui sotto) di ByoBlu a Elisabetta Frezza, giurista e autrice del libro “MalaScuola. Gender, affettività, emozioni: il sistema “educativo” per abolire la ragione e manipolare i nostri figli“. La dott.ssa Frezza espone in modo davvero chiaro e documentato cosa sia la “teoria gender” e i molti aspetti ad essa connessi che stanno gradualmente diventando sempre più presenti nel nostro ordinamento, nei programmi scolastici e quindi nella società intera.

Dobbiamo iniziare a parlare più spesso di questi argomenti ed esprimere chiaramente ciò in cui crediamo, monitorando in modo particolare ciò che accade nelle scuole dei nostri figli.

Grazie a Brunella per avermi segnalato il video!

https://youtu.be/v5zzGCQrMWM

Strumenti per un tempo nuovo: il video del secondo incontro dedicato agli insegnanti

Il 16 luglio 2020 si è tenuto il secondo incontro introduttivo (a questo link trovate anche alcune risorse online per approfondire) dedicato agli insegnanti in cui abbiamo ampliato i contenuti del primo appuntamento e sperimentato alcune pratiche corporee e una breve pratica meditativa.

Il video integrale del primo incontro è disponibile a questo link.

Di seguito il video integrale del secondo momento vissuto insieme.

Vi invitiamo a restare in contatto e a scriverci, anche per valutare insieme la possibilità di portare quanto proposto nei vostri contesti scolastici. Utilizzate il modulo Contatti specificando l’interesse per questo progetto e l’istituto per cui avete prestato servizio nello scorso anno scolastico.

Strumenti per un tempo nuovo: il video del primo incontro con gli insegnanti

Il 9 luglio 2020 si è tenuto un primo incontro introduttivo dedicato agli insegnanti in cui abbiamo sperimentato anche una breve pratica meditativa.

Seguirà un secondo incontro il 16 luglio alle ore 18 in cui daremo più spazio alla pratica e all’esperienza (vai al link per dettagli).

Di seguito il video integrale del primo appuntamento.

Strumenti per un tempo nuovo: secondo incontro per insegnanti e risorse per approfondire

CLICCA QUI PER GUARDARE LA REGISTRAZIONE VIDEO INTEGRALE


Durante il primo incontro dedicato agli insegnanti svoltosi il 9 luglio 2020 (vedi link per dettagli) abbiamo deciso, insieme ai numerosi e interessati partecipanti, di organizzare un secondo momento in cui dedicheremo la maggior parte del tempo all’esperienza delle pratiche che proponiamo.

CLICCA SULL’IMMAGINE PER GUARDARE IL VIDEO INTEGRALE DEL PRIMO INCONTRO (9 LUGLIO 2020)

Dopo la breve esperienza meditativa provata al nostro primo appuntamento, alcuni insegnanti hanno espresso un beneficio che ha stimolato tutti ad approfondire e conoscere meglio questo percorso.

L’appuntamento è quindi per:

GIOVEDI 16 LUGLIO 2020 ORE 18.00 – 19.00
Incontro online

Chi ha partecipato al primo incontro riceverà l’invito col link per partecipare.

Se interessati utilizzate il modulo Contatti specificando l’interesse per questo incontro e l’istituto per cui avete prestato servizio nello scorso anno scolastico.

ALCUNE RISORSE PER APPROFONDIRE

Riporto alcune risorse e riferimenti citati nel primo incontro, utili per approfondire le tematiche proposte.

Darsi Pace
Movimento di liberazione interiore e trasformazione del mondo guidato da Marco Guzzi, poeta e filosofo. Nel sito internet, sul canale YouTube e nei libri della collana Crocevia si possono trovare tanti spunti e sulle tematiche della crisi antropologica in atto, della ricerca interiore e spirituale, della filosofia e della creatività.

Sito sulla mindfulness nella scuola di Pearson
Si trovano alcuni contenuti utili, tra cui una breve guida alla Mindfulness, una introduzione video e meditazione guidata.

Be Happy – La mindfulness nella scuola
Film-documentario su esperienze di meditazione nella scuola. Disponibile su https://uam.tv/ a pagamento. Sulla stessa piattaforma si trovano anche altri contenuti interessanti e affini.

Progetto Gaia
Il dott. Pier Luigi Masini è conduttore degli incontri del Progetto Gaia. Si tratta di un “Programma di educazione alla consapevolezza globale di sé e degli altri, per la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, con particolare attenzione ai giovani disagiati e a rischio”, che è stato approvato e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ai sensi dell’art. 12, comma 3, lett f), legge 7 dicembre 2000, n.383, anno finanziario 2013.
Il Progetto Gaia è stato sviluppato dall’Associazione di Promozione Sociale Villaggio Globale di Bagni di Lucca.
Il Progetto Gaia è un programma di educazione alla consapevolezza globale di sé e degli altri, sviluppato in collaborazione con l’UNESCO – FICLU,
all’interno del DESS, Decennio di Educazione allo Sviluppo Sostenibile.

Incontri tenuti dal dott. Pier Luigi Masini
In questo sito si trovano articoli e incontri esperienziali, inoltre alla sezione eventi troverete i prossimi incontri dal vivo e in diretta Facebook (il link porta al gruppo).

Su passi francescani

Nel nostro incontro di sabato scorso abbiamo provato a porci in ascolto dello spirito di s. Francesco d’Assisi.

Partendo dal parco degli Ulivi di Villa Verucchio (Rimini), abbiamo fatto una breve camminata meditata presso il vicino convento francescano.

La frase di s. Francesco che ci ha accompagnato è la seguente, detta a fra Rufino, che tornava dopo un periodo di distacco dovuto a sentimenti negativi verso i fratelli della comunità:

“Lo spirito del Signore, anziché spirito d’amarezza, è spirito di dolcezza e di letizia”
(da: “La sapienza di un povero”, di Éloi Leclerc, Biblioteca Francescana, 1989, pag. 95).

Noi spesso viviamo con amarezza, ma nei nostri incontri sperimentiamo che quando ci poniamo in semplicità, apertura e abbandono, sentiamo fiorire parole e sentimenti belli e positivi. Anche Francesco sentiva così. E’ Dio che si manifesta in noi.

Abbiamo poi sostato in un silenzio contemplativo nella cappellina che sorge proprio dove Francesco si fermò passando da qui. Al termine abbiamo letto il passo successivo alla frase citata, un po’ lungo da mettere qui, ma che conclude così:

“Se noi sapessimo adorare, nulla potrebbe più turbarci. Se sapessimo pregare, percorreremmo la terra con la tranquilla sicurezza dei grandi fiumi”.
S. Francesco d’Assisi

Nella foto il grandioso cipresso del convento piantato da Francesco nel 1213, maestro di solidità e perseveranza.

“Lo chiederemo agli alberi,
come restare immobili,
fra temporali e fulmini,
invincibili”.
Simone Cristicchi – Lo chiederemo agli alberi

Cipresso di s. Francesco - Villa Verucchio (Rimini)

Strumenti per un tempo nuovo: pratica meditativa e visione integrata della persona per un benessere globale nella scuola

INCONTRO INTRODUTTIVO DEDICATO AGLI INSEGNANTI (online)

con:

  • Pier Luigi Masinimedico, si occupa di psicosomatica, PNEI, conduttore di laboratori di crescita personale, meditazione e pratiche corporee, anche in ambito scolastico
  • Fethi Atakoleducatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, si occupa di percorsi di prevenzione del disagio e promozione dell’agio nelle scuole e negli ambiti giovanili

GIOVEDI 9 LUGLIO 2020 ORE 18.00 – 19.00
Incontro online

In questo difficile momento di isolamento, cambiamenti sociali e organizzativi, in cui tutti siamo messi alla prova, per gli insegnanti in modo particolare può essere utile conoscere e sperimentare pratiche di consolidata validità che consentano di affrontare la quotidianità con più leggerezza e concentrazione, maggior consapevolezza e miglior gestione delle emozioni.

Durante l’incontro verrà introdotta la pratica meditativa chiamata “mindfulness e saranno esposti alcuni accenni ad altre pratiche che possono facilitare il benessere globale della persona, l’autostima e la ricerca interiore. Saranno inoltre accennati principi teorici relativi alla gestione delle emozioni, alla consapevolezza di sé e all’integrazione psicosomatica dell’individuo. Il tutto finalizzato ad una miglior gestione dello stress e delle relazioni, che si può riflettere a sua volta positivamente sul lavoro in classe e sulla collaborazione tra insegnanti.

Per il prossimo anno scolastico sarà possibile prendere in considerazione un vero e proprio corso formativo teorico-esperienziale denominato “Obiettivo Benessere Globale” con i seguenti obiettivi generali, che saranno accennati anche durante l’incontro introduttivo:

  • miglioramento del benessere percepito, sia mentale che corporeo;
  • riduzione dell’affaticamento lavorativo, dello stress da lavoro e del burnout;
  • miglioramento del rendimento lavorativo;
  • miglioramento delle relazioni tra i vari attori scolastici;
  • prevenzione dello sviluppo o aggravamento di malattie fisiche e mentali.

Durante l’incontro sarà possibile porre al docente domande relative al percorso di cui si allega presentazione completa in PDF.

Vai alla pagina di approfondimento sul progetto Obiettivo Benessere Globale per saperne di più.

ISCRIZIONI

Per iscrizioni rispondere all’invito ricevuto via mail o WhatsApp, oppure utilizzare il modulo contatti del sito indicando anche l’istituto di appartenenza per l’A.S. 2019-2020.

A tutti gli iscritti verrà inviato il link per collegarsi alla riunione.

La malattia tra interpretazione e ricerca di senso

Molto interessante questo articolo di Antonietta Valentini del gruppo di creatività culturale DarsiSalute del movimento Darsi Pace, di cui anch’io faccio parte.

La ricerca di un senso in ciò che viviamo, e nella malattia in particolare, è un passaggio fondamentale, che purtroppo la medicina scientifica non è in grado di affrontare. Altri approcci interpretativi e curativi in buona parte lo fanno, anche se talvolta appaiono un po’ forzati e, inevitabilmente, legati ad una visione filosofica o religiosa.

Credo che la ricerca di senso sia molto più importante dell’interpretazione della malattia. Il primo fornisce una direzione generale, il secondo un possibile metodo terapeutico che comunque va inteso all’interno del primo.
Ma qual è questo “senso generale”? La salute ad ogni costo? L’efficienza della persona? Una durata della vita maggiore possibile?
Nel caso della medicina scientifica (o “evidence based”, ovvero “basata sulle prove di efficacia”) il senso è di ridurre il più possibile il danno e la sofferenza, opponendosi ai processi patologici in corso.
Noi di DarsiSalute crediamo che si possa ampliare la visuale mantenendo la scienficità e allo stesso tempo integrando ciò che non è scientificamente dimostrabile, ma che l’esperienza e il credo (personale e comune) ci dicono in merito alla nostra esistenza.

Bloccarsi totalmente in una visione scientifica senza allargare lo sguardo è un grosso limite per noi operatori sanitari, limite che si riflette anche sull’esperienza personale di malattia e di salute delle persone con cui veniamo in contatto. Non basta dire “lei ha questo e quello, quindi deve prendere questa medicina o essere sottoposta a quell’intervento”. Abbiamo la responsabilità di guardare negli occhi chi abbiamo di fronte e recepirne le domande più profonde. Questo non significa avere delle risposte, ma mettersi al fianco e cercare insieme.

Credo che l’approccio al momento presente, una continua ricerca di senso in ciò che viviamo e la cura basata sulla relazione, uniti alle migliori terapie su base scientifica, possano essere il metodo più efficace per un approccio alla persona integrato e totale.

Grazie Antonietta!

Meditazione e Benessere Globale al parco!

Ieri abbiamo fatto il nostro primo incontro dal vivo post-pandemia di Meditazione e Benessere Globale! Abbiamo praticato presso il parco degli ulivi di Villa Verucchio (Rimini). Grazie di cuore a chi ha partecipato, grazie a Fabiola per le foto!

E’ stata una esperienza molto bella:

il verde prato ci ha accolti,
il vento ci ha accarezzati,
i tigli hanno profumato la nostra presenza,
il canto degli uccelli e il vicinissimo convento francescano
hanno portato suoni armoniosi,
la pioggia ha atteso che ci salutassimo.
Armonia,
serenità,
benessere,
amore,
presenza,
dolcezza,
gioia,
sono le parole che le nostre interiorità
hanno sentito dal profondo.
Ognuno di noi è un rappresentante
che porta nella propria vita una sfumatura
di questo grande Spirito che ci dà vita e ci unisce,
e che quando può esprimersi liberamente
è una parola di bene e positività.
Possiamo imparare a identificarci
in questo Spirito, in questa Coscienza,
e lasciare che gradualmente ogni momento di più,
e per quanto possibile adesso,
si manifesti attraverso di noi.

Vi aspettiamo al prossimo incontro!

Tutti gli appuntamenti qui.

Il tempo giusto: la diretta con Marco Guzzi è disponibile in registrazione

Consiglio vivamente a tutti, e in modo particolare ai partecipanti al percorso Obiettivo Benessere Globale, di ascoltare quanto Marco Guzzi (poeta, filosofo, fondatore del Movimento Darsi Pace) ha proposto in questa diretta.

Con la grande capacità espressiva, la vastissima cultura e la profonda apertura spirituale che lo caratterizzano, Guzzi ha organizzato il suo discorso in 7 passaggi. Il punto di partenza è la presa di coscienza dello stato attuale dell’umanità e di ognuno di noi, uno stato scisso e basato sulla menzogna. Il punto di arrivo è la risposta che propone come un atto rivoluzionario per sanare la persona, la società e quindi tutto il creato. Il tutto come processo continuo da intraprendere e mantenere ogni momento, una direzione per il futuro dell’umanità.

Il “tempo giusto” per farlo è quello attuale, in cui la crisi ha rimesso in discussione ciò su cui facciamo affidamento e a cui diamo importanza, in cui la società e la politica sono chiamate a dare nuove risposte, che non possono più essere basate sulla separazione. Per finalizzarci al bene dobbiamo fare delle scelte di fondo che partano da una visione spirituale dell’uomo e del tutto.

Nel nostro incontro di stamattina abbiamo ripercorso (senza sapere quanto avrebbe detto Guzzi) alcuni punti di questo processo che tutti personalmente possiamo fare. Lo facciamo in tutto il percorso Obiettivo Benessere Globale in fortissima sintonia con quanto proposto da Guzzi, consiglio quindi di prendere in seria considerazione anche Darsi Pace!

Guzzi ha dato appuntamento a tutti per venerdì 12 giugno ore 18.30 con un’altra diretta visualizzabile sul canale YouTube o la pagina Facebook di Darsi Pace.

Il tempo giusto

L'immagine può contenere: 1 persona, occhiali e primo piano, il seguente testo "Il Tempo Giusto EVENTO STRAORDINARIO DIRETTA SABATO ore 10:00 Pagina facebook e canale Youtube DARSI PACE"

Proprio quando tutto sembra dire il contrario,
proprio quando la confusione regna sovrana,
forse è proprio allora
Il Tempo Giusto, il
Momento Favorevole, ma per fare cosa?
Questo lo vedremo in questo evento straordinario
in diretta contemporaneamente
sul canale Youtube di Darsi pace, e sulla sua Pagina Facebook.
Diffondete al massimo questa Convocazione
perché il tempo più opportuno
resta sempre un’occasione fuggevole
che sta ad ognuno di noi
di cogliere al volo.

Una bella opportunità per seguire l’evento di fine annualità di Darsi Pace con Marco Guzzi.

Un libro, una vita, il miracolo

“Vivo per miracolo – così Sandra Sabattini mi ha guarito”, Stefano Vitali, Editore Sempre, 2020.

Ho letto questo libro con una certa voracità… Sarà perché la storia di Stefano Vitali mi ha colpito e interessato dal suo inizio, sarà perché è scritto in modo così scorrevole, ma credo soprattutto perché è raccontato col cuore aperto e con grande sincerità.

Stefano racconta la sua vita come lo farebbe ad un amico, al quale si confida sinceramente e senza timore di ammettere i propri difetti, le paure, o le umane mancanze di cui ha preso coscienza nel difficile percorso che lo ha visto protagonista.

È il racconto di un sopravvissuto, che ti prende per mano, ti dà del tu, e ti accompagna negli inferi che ha passato, per poi ricondurti in un’inaspettata risalita.

Ammetto che il mio interesse per la vicenda è dovuto anche al mio essere medico, al voler conoscere come una situazione disperata abbia potuto mutare favorevolmente in una guarigione. Il titolo di per sé già spiega tutto: la sua guarigione è un miracolo, non c’è dubbio. Però ogni miracolo avviene in modi e tempi diversi, e quello che ha interessato Stefano è particolare, perché non è la storia del paralitico che si alza dal lettuccio improvvisamente, ma di una vita che, presa coscienza di ciò che è, comincia a rialzarsi, nonostante la diagnosi e la malattia, quando ancora non c’è nessuna speranza di guarigione.

Questi sono i miracoli che mi interessano di più: se è vero che Sandra Sabattini ha interceduto per la causa di guarigione di Stefano, è anche vero che lui ha accolto questa enorme forza che si è riversata su di lui. Forza che ha avuto origine nelle preghiere di don Oreste Benzi e della sua Comunità Papa Giovanni XXIII e si è riflessa amplificandosi nello spirito della giovane, per poi canalizzarsi sul povero infermo.

Io credo che il miracolo sia avvenuto la notte in cui Stefano ha percepito che, nel poco tempo che sembrava rimanere a sua disposizione, poteva diventare lo Stefano più splendente e vivo che poteva essere. E questa vitalità era il segno di una guarigione interiore, che si manifestava nella forza di rialzarsi dal letto nonostante le precarissime condizioni fisiche, fino ad una maggior attenzione alle relazioni e ai piccoli gesti quotidiani. Senza che lui lo sapesse stava guarendo anche nel corpo. Si, perché il corpo, la psiche e lo spirito, non sono affatto separati, e lui lo sentiva già nei giorni successivi all’intervento chirurgico, quando l’angoscia sembrava ancora farla da padrone.

Prese il sopravvento un atteggiamento di introversione che, anche a livello posturale, mi portò per il primo periodo postoperatorio ad assumere un’andatura incerta, ingobbita, quasi a difendere, a non mostrare al mondo la parte di me che non contenevo più. Il mio ripiegamento fisico, simbolicamente, rappresentava anche quello psicologico” (pag. 32).

A Stefano sarebbe bastata, però, questa guarigione interiore, non aveva nessuna pretesa o aspettativa di altro genere. E anche questo, credo, abbia giocato un ruolo nell’esito del suo percorso: si è abbandonato completamente alla vita, a prescindere dalle condizioni e dal tempo. D’altro canto se non iniziamo a guarire ora, quando lo faremo? Non è forse adesso il momento di farlo? Altrimenti, questo adesso, cos’è, un posto in cui possiamo lasciar spazio alla morte?

Quindi anch’io posso iniziare a guarire ora? O per farlo si deve proprio passare per questo ripidissimo calvario? Provocatoriamente (e con rispetto per chi è affetto da qualche difficile condizione di salute) potrei dire che non tutti hanno la “fortuna” di ammalarsi così gravemente… ma intanto posso iniziare a guarire lo stesso? Perché anch’io voglio vivere al massimo delle mia potenzialità ogni piccolo momento, ogni relazione, ogni gesto, sentire continuamente “la mia voglia di rimettermi in gioco”, “vivere quel tempo, qualunque sia, giocando in attacco” e di “indossare il mio sorriso più bello” (da pag. 43). La storia di Stefano mi fa venir voglia di farlo subito, e in ogni istante.

Quando ci si accorge che il tempo a nostra disposizione non è infinito, allora si possono prendere due strade: lasciarsi andare allo sconforto, alla disperazione, alla rabbia o alla paura e spegnersi lentamente (quanti ne ho visti!), o vivere al massimo delle nostre potenzialità fosse anche consumandosi come un cerino, ma generando un forte lampo di luce. Il fatto che Stefano abbia scelto la seconda, quando non c’era nessuna speranza di guarigione, mi fa pensare che questo possa valere anche per ogni malato, come per ognuno di noi in fondo, in ogni momento, fino all’ultimo: cercare il senso in ogni piccolo gesto, generare speranza, rigenerare le proprie relazioni, non lasciarsi andare mai.

Stefano racconta anche tutta la fatica e il dolore dell’essere ammalato. Il corpo martoriato da un atto chirurgico estremo, la psiche devastata da una diagnosi di “game over” (pag. 42), le relazioni che cambiano…

Un altro grande insegnamento che ho trovato in questa storia: rimettersi in discussione, trarre dal buio una luce.

La malattia, violenta e improvvisa, mi aveva tolto dalla comodità dell’abitudine, facendomi riflettere sul fatto che nulla può essere dato per scontato, tanto meno le relazioni. Per relazionarsi davvero con qualcuno, non puoi mettere il pilota automatico, devi impegnarti al confronto. Quante volte invece l’avevo fatto… […] arrivai anche a pensare che dopo tutto fosse per me una buona occasione, […] mi fece aprire gli occhi su tanti particolari delle persone a me care, che fino al giorno prima non avevo mai visto” (pag. 44-45).

Poi parla del rapporto coi medici e il personale sanitario, la vita da malato oncologico, gli sguardi degli altri malati che incontrava… Stefano non si ferma al miracolo, continua a curarsi per anni, confidando anche nelle cure umane e richiamando l’importanza delle relazioni nell’ambiente di cura, provvedendo consigli anche per gli addetti ai lavori.

Secondo la mia esperienza non esiste al mondo una persona che guarisca da sola, perché la guarigione è un mix di fattori particolari e diversi: la qualità delle cure mediche, le strumentazioni e le medicine, l’atteggiamento del paziente e, non ultimo, la capacità di instaurare un clima “curante” tra paziente, personale medico e struttura ospedaliera” (pag. 89).

Una grande domanda accompagna tutto il libro: “Perché proprio a me?”. La risposta sembra stare nella fede che Stefano non abbandona mai, cercando sempre il senso di ogni evento all’interno di una visione più grande. Ma la consapevolezza del miracolo arriva solo dopo molto tempo dall’effettiva guarigione e leggendo il diario di Sandra Sabattini comprende il nesso tra lei, il miracolo, e lui: “dire sempre di si”, mettersi al servizio della vita, in qualsiasi situazione.

Si potrebbe credere che la conclusione sia scontata: si tratta ovviamente di un “lieto fine”, ma questa storia invece ci stupisce ancora, Stefano è messo alla prova fino all’ultima pagina, quando la sua vita prende una svolta inaspettata (da lui per primo) e sembra rinascere un’altra volta, anche se sono ormai passati anni dalla sua guarigione. Il suo percorso lo porterà nella lontanissima Africa, dove si troverà in un altro punto estremo dal quale risalire.

Il miracolo non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza” ha detto Stefano presentando il suo libro (https://youtu.be/VfSNGDe3NQE).


Stefano Vitali è nato a Rimini, ha 52 anni e insieme alla moglie Lolli è responsabile di una delle case famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII. Dal 1994 al 1999 è stato segretario personale di don Oreste Benzi, fondatore della Comunità. Nel 1996 ha intrapreso la sua carriera politica presso l’amministrazione comunale di Rimini come assessore, poi dal 2009 al 2014 è stato Presidente della Provincia di Rimini. Nel 2007 si è ammalato di cancro con una prognosi apparsa subito infausta, ma inspiegabilmente nei mesi successivi guarisce totalmente. La sua guarigione è stata riconosciuta dalla Chiesa cattolica come un miracolo attribuito a Sandra Sabbatini, una giovane riminese discepola spirituale di don Benzi deceduta nel 1984, a soli 22 anni, per un incidente stradale, che per questo viene proclamata beata.


Stefano Vitali racconta la sua storia anche nel seguente evento TEDx: https://youtu.be/juGP0Kr6NdM.

Il libro può essere acquistato qui: https://shop.apg23.org/editoria/268-vivo-per-miracolo-cosi-sandra-sabattini-mi-ha-guarito.html

Introduzione a Obiettivo Benessere Globale (ora chiamato Sani e Salvi)

In questa pagina trovate le registrazioni dei primi incontri del percorso Obiettivo Benessere Globale (OBG), percorso che ora è chiamato Sani e Salvi. Non sono tratti tutti dalla stessa stagione, ma ho dato loro una sequenza che consente al partecipante gradualità e senso al percorso. Raccomando quindi una visione in ordine, partendo dal primo.

Reputo la presenza fisica come migliore esperienza, tuttavia i partecipanti a distanza hanno dato ottimi riscontri di efficacia anche seguendo i percorsi in streaming (si veda la pagina Esperienze).

Il percorso è gratuito e tutte le informazioni si trovano alla seguente pagina: https://www.pierluigimasini.it/sani-e-salvi/

Gli incontri settimanali vengono eseguiti fisicamente a Villa Verucchio (Rimini) e proposti anche in diretta online (gli iscritti riceveranno tutte le informazioni necessarie, poi è possibile seguirli anche in differita).

REGISTRAZIONI DEGLI INCONTRI INTRODUTTIVI

Nelle registrazioni troverete alcuni incontri effettuati online per via delle restrizioni del periodo pandemico, ma di norma avvengono come incontri fisici con diretta streaming per chi non può raggiungerci.

Raccomando di considerare anche le registrazioni video riportate in evidenza nella homepage. Lì troverete le presentazioni più recenti.

INTRODUZIONE (prima parte) – Ciò che viviamo influenza la nostra salute: evolvere le coscienze per migliorare salute e benessere

INTRODUZIONE (seconda parte) – La pratica meditativa come strumento di salute, benessere globale, crescita personale e spirituale

INCONTRI SUCCESSIVI

Consiglio a questo punto di seguire almeno alcuni incontri di “Meditazione e Benessere globale online”, propongo i seguenti. Altri “incontri liberi” sono disponibili alla pagina: https://www.pierluigimasini.it/meditazione-e-benessere-globale-online/

A seguire i primi incontri specifici del percorso Obiettivo Benessere Globale

COME CONTINUARE

Per continuare a seguirci potete prendere in considerazione il percorso Sani e Salvi, che prevede incontri settimanali da ottobre a giugno. Nel periodo estivo vengono effettuati incontri a partecipazione libera, quando possibile all’aperto.

PER CONOSCERE I PROSSIMI APPUNTAMENTI
VAI ALLA SEZIONE EVENTI

L’arte del riciclaggio interiore

Esce oggi sul sito dell’associazione Darsi Pace questo mio articolo, che invito a leggere direttamente sul sito www.darsipace.it e che fa parte del lavoro del gruppo di creatività culturale DarsiSalute.

Si tratta di una semplice e breve riflessione sulle modalità di gestione delle nostre realtà interiori: buona parte di noi stessi viene trattata come un rifiuto, qualcosa da eliminare e nascondere. Si tratta di veri e propri meccanismi di difesa, che ci portano a mascherarci distorcendo la nostra vera umanità.

Un delicato, graduale e paziente lavoro interiore, come quello proposto da Darsi Pace e che porto avanti personalmente da alcuni anni, attraverso un’opera di liberazione e rielaborazione guida verso una miglior gestione di questi “rifiuti interiori”, dai quali può nascere anche una rivalutazione della nostra interiorità. Una sorta di “arte del riciclaggio interiore”. Vi invito a commentare direttamente sul sito dove è stato pubblicato l’articolo.

Libertà, responsabilità e scientificità dell’informazione. Diritto all’informazione corretta e pensiero critico.

Oggi, 3 maggio, è la Giornata Mondiale per la Libertà di Stampa. Credo molto in questo principio, e sono molto grato verso chi, con grande coraggio e responsabilità, svela e spiega fatti che rimarrebbero nell’oscurità, e in tal modo favorirebbero il persistere di azioni ed atteggiamenti che vanno contro il bene comune e la crescita dell’umanità.

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Image by Colin Behrens from Pixabay

Lo hanno fatto e continuano a farlo i giornalisti, anche a rischio della propria vita, e nel nostro Paese non mancano gli esempi. Anche recentemente alcuni giornalisti sono stati minacciati di morte, come riferisce il report del Consiglio d’Europa (continuamente aggiornato su: https://www.coe.int/en/web/media-freedom). Attualmente sarebbero 20 i giornalisti italiani che vivono sotto scorta per questo motivo.

La nostra Costituzione (art. 21) e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (art. 19) sanciscono la libertà di stampa e di espressione come un diritto fondamentale di tutti.

In questo periodo di pandemia la discussione si è accesa particolarmente. Sono stati pubblicati contenuti con notizie ed affermazioni fortemente contrastanti riguardanti il coronavirus (chiamato dagli scienziati SARS-COV-19), la malattia che può causare (COVID-19) e tutto ciò che vi gira attorno.

Bisogna considerare che, in campo sanitario, una informazione errata può mettere a rischio la vita di tutti. Questo, a mio parere, non significa che si debba favorire, o addirittura forzare, un unico canale di informazione ufficiale. La pluralità e la libertà sono alla base dei diritti che oggi si riaffermano e di una informazione più veritiera e corretta.

Tutto ciò non va confuso con la libertà di pubblicare qualsiasi cosa senza il minimo senso critico, senza coerenza, o lasciandosi orientare puramente da principi di parte o di convenienza. Le notizie che non rispecchiano la realtà, piene di inesattezze che possono generare confusione, fino a quelle palesemente false, vanno in qualche modo identificate e rettificate. Questo fa parte dei doveri di ogni giornalista, come previsto dall’art. 4 del Codice Deontologico dei Giornalisti Italiani.

Gli addetti ai lavori hanno reclamato per le informazioni palesemente scorrette sul coronavirus (anch’io l’ho fatto in alcuni casi), e le autorità hanno deciso addirittura di formare delle “task force” per identificare le notizie errate ed poter censurare i contenuti incriminati. Le piattaforme social (come Facebook, YouTube, Instagram, Twitter, ecc.) si sono attivate per eliminare contenuti ritenuti inesatti. Questo atto è stato giudicato gravissimo, come dichiarato da molti giornalisti, e riportato anche da Giulietto Chiesa il 25 aprile scorso, nella sua ultima dichiarazione prima di lasciare questa vita (https://youtu.be/QvQxMUwb7dM).

Dal blog dell’Avv. Daniele Ingarrica (https://www.consigliolegale-blog.com/2017/10/09/diritto-corretta-informazione-fake-news/) si evince che non esiste un vero e proprio diritto all’informazione corretta. Si legge comunque che “secondo la giurisprudenza della Corte Costituzionale, con la sentenza n. 112 del 1993, il giornalista è tenuto ad assicurare ai cittadini un’informazione: qualificata e caratterizzata da obiettività, imparzialità, completezza e correttezza; dal rispetto della dignità umana, dell’ordine pubblico, del buon costume e del libero sviluppo psichico e morale dei minori nonché dal pluralismo delle fonti cui [i giornalisti] attingono conoscenze e notizie in modo tale che il cittadino possa essere messo in condizione di compiere le sue valutazioni, avendo presenti punti di vista differenti e orientamenti culturali contrastanti”.

Siamo continuamente tempestati di notizie e affermazioni contrastanti e cangianti, abbiamo bisogno di una informazione corretta e il più possibile veritiera!

Una valida discussione sull’informazione scientifica l’ho trovata nella diretta Facebook di ieri di Federico Boem, filosofo della scienza, sulla pagina dell’ass. Culturale J.F. Kennedy di Rimini. L’incontro aveva il titolo “Convivere con l’incertezza. Il ruolo del pensiero critico: informazione e ricerca scientifica“. Boem sostiene che la scienza è un processo che appartiene ad una comunità (la comunità scientifica), e come tale cresce progressivamente, correggendosi, giustificandosi e confermandosi ripetutamente, attraverso pochi successi che si basano su tantissime sconfitte. La ricerca scientifica non riporta verità, cerca invece di fornire conoscenza e ridurre l’incertezza, con la quale siamo comunque tenuti a convivere.

Perché crediamo alle notizie errate e le diffondiamo sui nostri social? Secondo Boem può essere un fatto di pigrizia mentale: le notizie vengono fornite in grande quantità, facilmente reperibili e “non digerite”. Inoltre l’acquisizione di nuove informazioni parte spesso da posizioni di forte chiusura, sia da parte di singoli che di gruppi di persone o comunità. Boem ha distinto tra “bolle epistemiche”, in cui l’atteggiamento è caratterizzato da una scelta di fonti ristretta a cui si riconosce la massima autorità (non una vera e propria chiusura), e “camere di risonanza” in cui invece ci si rafforza vicendevolmente sulle posizioni prescelte escludendo categoricamente quelle che divergono dalle nostre (una forte chiusura in questo caso).

Per formare un pensiero critico, quindi, l’apertura mentale è sicuramente un aspetto basilare. Questo credo valga sia nel recepire l’informazione che nel produrla: favorire pluralità e libertà di informazione ed evitare allo stesso tempo il diffondersi di notizie affrettate e fuorvianti, come accade in molti casi di divulgazione attraverso i social.

Un’altro fattore importante, sempre secondo Boem, sarebbe la pazienza. La scienza ha i suoi tempi e risultati affrettati sono poco affidabili.

Da ultimo, cosa che condivido in pieno, è fondamentale il controllo delle fonti. Quanto è affidabile chi ci informa? In ogni caso, ricorda ancora Boem, anche il singolo scienziato, avesse pure un Nobel, non può avere più credibilità o autorevolezza dell’intera comunità scientifica. I risultati si ottengono insieme, e non per scalate solitarie.

Liberazione

Nell’incontro di Meditazione e Benessere Globale online di questa mattina abbiamo ricercato un’esperienza interiore che fosse in qualche modo legata all’importante festività di oggi: è il 25 aprile e nel nostro Paese viene festeggiata la “Liberazione dell’Italia” dal regime fascista e dall’occupazione nazista.

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Abbiamo ancora bisogno di liberazione o è solo una ricorrenza? Sicuramente il nemico di allora è stato sconfitto, ma nel frattempo ne sono insorti altri, e altri ancora hanno perseverato più subdolamente.

Dentro di noi sentiamo che abbiamo tanto bisogno di liberarci… ma da che cosa? Quali sono i nostri “nemici” attuali che dobbiamo “combattere”?

Mi sembra che ognuno di noi viva, almeno in parte, nelle proprie gabbie. Si tratta per lo più di prigioni inconsapevoli, che in molti casi non riconosciamo nemmeno.

Nonostante abbiamo ottenuto molte libertà in questi 75 anni, abbiamo creato altri tipi di regime di ordine economico, mediatico, sociale e politico che ci opprimono. I nostri comportamenti, pensieri e scelte sono ancora fortemente condizionati da schemi culturali, educativi, religiosi, finanziari, lavorativi, e così via.

Le nostre storie personali, invece, ci rendono prigionieri di tiranni interiori. Le ferite che portiamo nella nostra interiorità ci rendono rigidi, e i nostri corpi ne parlano ampiamente con sintomi e disfunzioni, mentre le nostre menti sono confuse e la nostra emotività ci sembra inadeguata e da reprimere.

Spesso ci sentiamo costretti ad agire in un certo modo, ma ci diciamo che è giusto così. Eppure non stiamo bene in quelle modalità, non ci sentiamo liberi di esprimere noi stessi, per il fatto che non troviamo scelta, non riusciamo a riconoscere alternative.

Nei nostri incontri liberiamo il corpo e la mente attraverso pratiche meditative statiche e dinamiche. Dandoci respiro e vitalità sentiamo che questi tiranni, interiori ed esteriori, perdono di forza e allentano la loro oppressione, e noi assumiamo un maggior grado di libertà. Per poterlo fare abbiamo bisogno di silenzio interiore, di fluidità e leggerezza nel corpo e nella mente.

Thich Nath Hanh, grande maestro zen dei nostri tempi, nel suo libro intitolato “Il dono del silenzio” (Ed. Garzanti) ci conferma che la via è questa:

“Quando hai quel genere di silenzio vanti abbastanza libertà per goderti il fatto di essere vivo e apprezzare tutte le meraviglie della vita. Con quel genere di silenzio sei maggiormente in grado di guarire te stesso, mentalmente e fisicamente”.

“Per essere davvero devi essere libero dal pensare, libero dalle ansie, libero dalla paura, libero dal desiderio. «Sono libero» è una dichiarazione forte perché la verità è che molti di noi non sono liberi. Non abbiamo la libertà che ci consente di udire, e di vedere, e di essere semplicemente”.

Sono tanti i “nemici” di cui dobbiamo occuparci, ma questa non è una guerra, bensì una sorta di trattato di pace: possiamo davvero gradualmente rappacificarci con le nostre parti interiori sofferenti e fare un’esperienza diretta di liberazione.

A quel punto tutto ciò che è esterno e cerca di alienarci ed incatenarci perderà il suo potere, perché, come disse Krishnamurti

“la libertà è uno stato e una qualità della mente”

cioè qualcosa che viviamo interiormente, e nessuno potrà togliercela, nemmeno nelle difficoltà più estreme.

Anche C.G. Jung ricordava come sia necessario lavorare sulla propria interiorità, ancor prima e più di quanto non si faccia per una libertà di tipo sociale:

“Meglio essere legati da catene visibili che da catene invisibili”.

Le nostre qualità interiori, adeguatamente educate e lavorate, sono più forti delle influenze esteriori.

Giornata Mondiale della Terra – Una preghiera civile: mai più come prima

Il 22 aprile è la “Giornata Mondiale della Terra”, potremmo dire la festa di questa nostra grande Madre e di ciò che contiene, cioè tutte le forme di vita, di cui noi umani siamo gli ultimi arrivati, ma anche coloro che ne stanno minacciando l’esistenza.

Tutti sappiamo bene quanto bisogno ci sia di modificare le nostre condotte per migliorare le condizioni della Vita in termini ecologici e sociali.

Trovo questo documento, che riporto di seguito integralmente, proposto da personalità del mondo della cultura, della scienza e dell’ecologia, una intensa “preghiera” che possa spingere tutti noi ad un miglior impegno a difesa dell’ambiente e della salute, a partire dall’emergenza coronavirus.

Celebriamo la giornata mondiale della Terra con una preghiera civile: mai più come prima

L’epidemia provocata dal nuovo virus SARS-CoV-2, con il suo tragico carico di morti e miseria, serva da insegnamento.

La Terra è un macrorganismo vivente in cui tutto si tiene: biologia, ecologia, economia, istituzioni sociali, giuridiche e politiche. La salute di ciascun individuo è interconnessa e dipendente dal buon funzionamento dei cicli vitali del pianeta.

Il susseguirsi di malattie nuove e terribili sempre più frequenti e virulente (Ebola, HIV, influenza suina e aviaria, afta, febbre gialla, dengue, solo per citare le più note) sono la conseguenza della alterazione dei delicati equilibri naturali esistenti tra le differenti specie viventi e i loro relativi habitat.

L’abbattimento e gli incendi delle foreste tropicali, il consumo di suolo vergine, lo sfruttamento minerario, la caccia e il consumo di fauna selvatica, la concentrazione di allevamenti animali, l’agricoltura superintensiva, il sovraffollamento urbano e lo spostamento continuo di merci e persone sono le cause primarie dello scatenamento delle pandemie. Come aveva scritto inascoltato un attento osservatore dei microrganismi patogeni:

“Là dove si abbattono gli alberi e si uccide la fauna, i germi del posto si trovano a volare in giro come polvere che si alza dalle macerie” (David Quammen, Spillover, 2012).

Non c’è alcun “nemico invisibile”, tantomeno imprevisto e sconosciuto che ha dichiarato guerra al genere umano. Nessuna “catastrofe naturale” e nessun “castigo di Dio” si sono abbattuti su di noi. Al contrario è il sistema economico dominante che provoca un progressivo deterioramento dei sistemi ecologici, l’estinzione di massa delle specie viventi, il surriscaldamento del clima. Tutto ciò aumenta i rischi, la vulnerabilità e abbassa le difese immunitarie degli individui.

La retorica sui sacrifici necessari (a partire da quelli affrontati da medici e infermieri, spesso lasciati senza nemmeno i più elementari dispositivi di protezione individuale) non basta a coprire il tracollo del sistema sanitario.

La sottovalutazione dei fenomeni in atto, l’impreparazione e l’incompetenza delle istituzioni pubbliche a ogni livello – laddove è prevalso il modello neoliberista – hanno indebolito i presidi socio-sanitari con definanziamenti e privatizzazioni.

L’aziendalizzazione dei servizi è andata nella direzione opposta a una medicina di territorio. In particolare in Italia abbiamo dovuto constatare un tasso di letalità eccessivo, troppi contagi registrati tra gli operatori sanitari, insufficienza delle attrezzature, mancanza di scorte di strumenti di protezione, assenza di luoghi dedicati alla quarantena, inadeguatezza dei protocolli diagnostici e terapeutici e la mancanza di un piano di emergenza e prevenzione in caso di malattie epidemiche.

Per mascherare questi fallimenti – quasi fossero inevitabili – molti mass-media, politici e persino dirigenti sanitari hanno scelto di raccontare l’impegno per contenere la pandemia da coronavirus usando una terminologia bellica: “battaglie”, “armi”, “trincee”, “nemico”. Il linguaggio della medicina invece si esprime con parole di cura e di pace, non di guerra. Di salute psicofisica, di sollievo della sofferenza, di rispetto della dignità umana.

Le guerre vere, quelle che servono per accaparrare le terre e le risorse del pianeta, la cui violenza si abbatte sulla parte più debole della popolazione civile, continuano purtroppo a essere finanziate (si pensi alla costruzione dei bombardieri F35 e dei sottomarini U-212), preparate e messe in atto in molte parti del mondo causando distruzioni irreparabili all’ambiente e grandi spostamenti forzati di popolazioni. Ha dichiarato Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU: “La furia del virus mostra la follia della guerra. Per questo chiedo un cessate il fuoco mondiale”.

Le ripercussioni del lockdown sull’economia globalizzata porteranno a una crisi senza precedenti con effetti catastrofici specie nei paesi più periferici (rimasti senza commesse), nei ceti più poveri (rimasti senza reddito), tra i precari (rimasti senza lavoro), tra le donne madri (rimaste senza reti e servizi), tra le bambine e i bambini.

Le pandemie non conoscono differenze di classe, ma si ripercuotono accentuando ancor di più le disuguaglianze e le ingiustizie sociali. Per uscirne non basterà inondare il mondo con una pioggia di denaro “a debito”. Bisognerà che quel denaro serva effettivamente ad avviare una profonda conversione ecologica e solidale degli apparati produttivi e dei comportamenti di consumo.

La salute è un bene comune globale. In quanto esseri umani siamo parte della natura. Esistiamo gli-uni-con-gli-altri, in reciproca connessione. Ogni componente organica e inorganica, dai microorganismi agli esseri umani concorre a formare un unico complesso sistema che mantiene le condizioni della vita sulla Terra. Ognuno di noi dipende dall’aria che respira, dai cibi con cui si nutre, dal tipo di energia che usa per muoversi, riscaldarsi e comunicare, dall’organizzazione sociale in cui è inserito. Siamo parte dell’universo bio-geo-fisico ed energetico.

Il 2020 è l’anno dedicato dall’Onu alla biodiversità. Secondo l’ultimo Rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente circa il 75% dell’ambiente terrestre e oltre il 60% dell’ambiente marino sono gravemente alterati. In più, come nota il Rapporto: “L’accelerazione dei cambiamenti climatici sarà probabilmente associata a un aumento dei rischi, in particolare per i gruppi vulnerabili”. Il 2020 è l’anno della verifica dell’Accordo di Parigi sul clima, ma la Cop 26 prevista a Glasgow è stata rinviata al prossimo anno.

Sono già passati cinque anni dall’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile dell’Onu e molti dei target intermedi fissati al 2020, nell’ambito dei suoi 17 macro obiettivi, sono stati clamorosamente disattesi. Sono passati cinque anni anche dalla pubblicazione dell’enciclica Laudato sì, ma il suo messaggio per un’ecologia integrale è stato ignorato.

Non possiamo più fingere di non vedere. La normalità del mondo dopo-coronavirus non può essere quella di prima. Tutto e subito deve cambiare direzione, parametri di misura, valori di riferimento.

Non vogliamo essere testimoni muti. Mai come oggi è evidente che se volessimo trarre qualche insegnamento dalla tragedia della pandemia dovremmo trasformare alla radice il sistema socioeconomico dominante capitalista, che sta mostrando tutta la sua carica distruttiva e autodistruttiva, nella direzione di una società mondiale giusta e sostenibile.

Speriamo che la giornata della Terra del 22 aprile possa essere il momento di uscita dall’emergenza, di ricongiungimento degli affetti, di abbraccio simbolico dei parenti con i propri cari deceduti, di cordoglio di tutta la comunità, di ringraziamento per quanti si sono assunti rischi enormi nella cura dei malati e, per tutte e tutti, di un nuovo inizio dell’impegno per:

– restituire ai dinamismi naturali almeno il 50% del suolo e delle aree marine;

– proteggere e promuovere la biodiversità e il rispetto di tutte le specie viventi;

– ridurre da subito le emissioni che alterano il clima;

– fermare immediatamente tutte le guerre in corso, riconvertire le produzioni belliche e liberare risorse per la cura della salute;

– contingentare, tracciare e controllare l’estrazione di materiali vergini dal sottosuolo (combustibili fossili, metalli, altri minerali);

– fermare gli allevamenti intensivi, l’agrobusiness e promuovere l’agricoltura contadina;

– potenziare la ricerca, la prevenzione, la cura e la medicina di comunità;

– applicare sistematicamente il principio di precauzione alle trasformazioni tecnologiche che producono inquinamenti o che manipolano l’autonomia e la riservatezza personale su cui si fonda la democrazia;

– riconoscere la soggettività delle donne, il diritto alla sicurezza anche in famiglia, all’indipendenza economica e all’autodeterminazione nelle scelte riproduttive (unica vera risposta alla crescita della popolazione);

– riconoscere alle comunità locali il potere di decisione sui propri destini e rispettare i saperi e le forme di esistenza delle popolazioni indigene;

– promuovere i beni comuni e le pratiche sociali di gestione comunitaria delle risorse sociali e ambientali di un territorio con modi e forme che garantiscano l’integrazione e la solidarietà tra comunità civili nazionali, continentali e planetarie;

– riconoscere immediatamente i diritti civili e di accesso ai servizi sanitari e al welfare per tutti i cittadini stranieri che si trovano, per qualsiasi motivo, in Italia o in un paese dell’Unione europea;

– anteporre la cura della vita alle leggi del mercato tutelando il lavoro di cura;

– garantire le condizioni di lavoro e la sicurezza di tutti i lavoratori e le lavoratrici;

– varare misure urgenti e strutturali per garantire ad ogni persona un reddito di base per una vita dignitosa;

– modificare stili di vita, consumi e produzione nel rispetto della Terra e di tutti i suoi abitanti umani e non umani;

– garantire i diritti di tutte le bambine e di tutti i bambini come rappresentanti delle generazioni future.

Questa pandemia ha toccato profondamente le nostre vite. Poniamo la vita e la cura della vita al centro.

Per adesioni inviare un messaggio alla mail: adesioni.appello2020@gmail.com

Tra i promotori: Alex Zanotelli (missionario comboniano), Gianni Tamino (biologo, del comitato scientifico di Medici per l’Ambiente), Roberto Mancini (filosofo), Guido Viale (economista),  Laura Marchetti (antropologa), Daniela Padoan (dell’associazione Laudato si’ di Milano), Aldo Femia (economista, dell’Istat), Ugo Mattei (giurista), Marco Boschini (coordinatore dei Comuni Virtuosi), Marco Deriu (sociologo), Bruna Bianchi (storica), Jean Allion (medico), Mario Agostinelli (esperto di energia), Loredana Alderighi (della MAG di Verona), Marco Bersani (di Attac Italia), Francesco Gesualdi (Centro Nuovo modello di sviluppo), Emanuele Leonardi (economista), Giulio Locco (Fuorimercato), Anna Maria Rivera (antropologa), Cristina Simonelli (del Coordinamento teologhe italiane), Mao Valpiana (Azioine Nonviolenta), e molti altri giornaliste e giornalisti, attiviste e attivisti di vari gruppi e associazioni.

Inizia un nuovo percorso di Obiettivo Benessere Globale!

Con gioia ed entusiasmo comunico che martedì 21 aprile 2020 alle 20:30 terremo il primo incontro di un nuovo percorso del progetto Obiettivo Benessere Globale. Ovviamente non potremo incontrarci fisicamente, per il momento, per cui utilizzeremo Skype. In seguito continueremo ad incontrarci fisicamente e in diretta online, saranno disponibili anche le registrazioni per i soli iscritti.

DI COSA SI TRATTA

Obiettivo Benessere Globale è un laboratorio umano dove ci diamo la possibilità ascoltarci, e da questo partire per conoscerci più a fondo e in modo nuovo, per acquisire più consapevolezza di chi siamo e ottenere uno stato di benessere migliore. I nostri principali obiettivi sono integrazione, pacificazione e cura delle nostre componenti corporea, mentale e spirituale. Ci prendiamo cura quindi di tutto noi stessi.

È un percorso senza limiti e senza punti d’arrivo, si tratta prima di tutto di incamminarsi sulla via che scorre verso l’essere più autentici e quindi anche più sani.

Utilizzeremo la meditazione per iniziare a concentrarci e assumere uno stato più recettivo, aperto e liberato. Attraverso pratiche corporee di varia origine scioglieremo il corpo ricercando più fluidità e benessere, nonché la sua integrazione con emotività, psiche e spirito. La mente ne troverà giovamento con un allentamento dell’iperattività e della morsa dei pensieri. L’aspetto psicologico verrà gradualmente affrontato con semplici esercizi di ascolto ed espressione delle proprie emozioni, dei pensieri e di quanto emerge a livello mentale. Nell’ascolto della nostra interiorità e di parole di grandi maestri saremo guidati in una riscoperta della nostra spiritualità.

Per approfondire: Pagina di presentazione del Progetto Obiettivo Benessere Globale

ISCRIZIONE

Chi è interessato può ancora iscriversi tramite il mio sito (chi l’ha già fatto in precedenza non deve rifarlo, può scrivermi semplicemente un messaggio), alla pagina: Iscrizione al progetto Obiettivo Benessere Globale

Il percorso è completamente gratuito, ma chiedo come impegno di seguire gli incontri settimanali per almeno 3 mesi.

PREPARAZIONE E INTRODUZIONE

Nell’ultimo mese abbiamo tenuto 11 incontri “liberi” online, su Skype e contemporaneamente su Facebook. Considero questi momenti, tutti disponibili online, preparatori al percorso. Per chi volesse recuperarli trova tutto alla seguente pagina: Meditazione e Benessere Globale online

Come introduzione, oltre agli incontri precedenti, è necessario guardare il seguente video:

GRUPPO FACEBOOK E INCONTRI “LIBERI”

Abbiamo anche un gruppo Facebook, con tutti gli incontri “liberi” effettuati e altro materiale riservato agli iscritti, raggiungibile da questo link: https://www.facebook.com/groups/meditazioneonline/

Qui continuerete a trovare le dirette e le registrazioni degli incontri “liberi”, mentre quelli dedicati ai percorsi saranno disponibili solo per i partecipanti iscritti agli stessi.

Per conoscere gli appuntamenti e poter rivedere gli incontri “liberi”, in alternativa al gruppo Facebook, si può utilizzare anche la seguente pagina di questo sito: Meditazione e Benessere Globale online

La creatività

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Il Signore aprirà il tuo benefico tesoro…
per benedire tutto il lavoro
delle tue mani”.
Deuteronomio 28,12

Quando ci troviamo nella condizione di essere liberati, almeno un po’, dalle sovrastrutture e dai pesi della nostra esistenza, fatti di paure, schemi, condizionamenti sociali, educativi e familiari, iniziamo anche ad essere più ricettivi nei confronti di una coscienza incondizionata e divina: lo Spirito Creatore.

Per sua definizione e caratteristica lo Spirito Creatore è creativo! Basta pensare alle bellezze della natura, quando le osserviamo con lo stupore di un bambino, alla varietà di colori, forme e sfumature. In questo stato recettivo anche noi lo diventiamo, e la nostra creatività diventa davvero capace di produrre il nuovo, il vero, il bello.

Le condizioni per raggiungere questo stato, in grado di lasciarsi istruire e ispirare, sono ben descritte da don Luigi Verdi (fondatore della Fraternità di Romena) nel seguente scritto, e corrispondono a ciò che possiamo raggiungere attraverso la meditazione, la fede e la contemplazione.

“Per me la creatività è uno svelare, cioè togliere il velo da un mondo ignoto che può essere dentro e fuori di noi. Per compiersi ha perciò bisogno di uno stato di verginità interiore, uno stato di vuoto che equivale a calma, equilibrio, silenzio. È con queste condizioni, e non in altro modo che dal Kaos, cioè dallo zero, dal punto d’inizio, la materia informe può essere trasformata in Cosmos.
Ed è un passaggio che non obbedisce ad un rapporto causa-effetto, ma è provocato da quell’attività dell’anima nella quale interagiscono libertà, indipendenza e imprevedibilità: la creatività”.

Tratto da: Luigi Verdi, La realtà sa di pane, Ed. Romena accoglienza, pag. 78