Condivido l’articolo di Iside Fontana di DarsiSalute, pubblicato recentemente sul sito Darsi Pace. Continua la sua esposizione relativa alla proposta di Ivan Cavicchi per gli “Stati Generali della Medicina”.
Di seguito un mio commento all’articolo.
In effetti il titolo potrebbe far pensare che sia solo il medico ad essere in crisi! Ovviamente sappiamo bene che non è così, e la crisi del medico (e della medicina) fa parte della grade crisi umana che stiamo vivendo. All’interno di tal contesto non poteva che essere questa l’evoluzione della medicina: spaventata, chiusa nei suoi schemi razionali, difesa, in una parola… alienata.
Ci sono tanti piccoli segni di speranza che ci fanno sperare in un’evoluzione di questo importante ambito umano: il documento di Cavicchi citato nell’articolo ne è un’esempio, ma lo sono tutte le persone che lavorano su di sé e cercano nella relazione le risposte più vere, anche quando si tratta di problemi apparentemente solo “fisici”.
Spesso si cerca nel medico le risposte che non ha, si pretende che abbia una visione che non può avere perché è figlio di questa umanità ferita. Viene criticato perché non ha altro che risposte razionali e apparentemente semplicistiche. Medico e paziente diventano due fazioni opposte, ridotti in profonde trincee, pronti a sparare.
Credo, invece, sia necessario imparare a cercare insieme, cercare e creare senso in quello che viviamo, anche nella malattia o nella paura di ammalarci. Diventare partecipi di un’unico percorso, condividendone le speranze e le difficoltà. Allearsi da fratelli che lavorano nello stesso campo e si cibano dello stesso raccolto.
Camminando insieme verranno anche risposte più consone alla nostra necessità di realizzare una umanità nuova.