La nostra alimentazione è uno dei mezzi con cui assumiamo dall’esterno le sostanze di cui abbiamo bisogno. E’ un modo di interagire con il resto del mondo: inglobiamo e trasformiamo i prodotti della natura, ne estraiamo le componenti a fini energetici, metabolici e strutturali.
Oggi si parla molto di “alimentazione terapeutica” (o nutraceutica), ovvero dello studio di diete particolari che potrebbero contribuire al miglioramento (o addirittura alla guarigione) di determinate condizioni patologiche, anche coadiuvando altri mezzi terapeutici. Tutti sappiamo che la dieta può avere anche effetti negativi, per esempio sovrastimolando alcuni sistemi o tessuti del nostro organismo, oppure determinando carenze alimentari.
Una dieta appropriata è sicuramente un ottimo punto di partenza per una vita in salute, o per avviarsi verso la guarigione, ma quello che mangiamo non è l’unico cibo.
Alimenti della nostra vita sono anche le relazioni interpersonali e sentimentali, il lavoro e lo studio, la luce e la visione, il suono e la musica, il contatto e il movimento corporeo, l’aria e la respirazione, la preghiera e la meditazione, le emozioni e i sentimenti, il rapporto col cibo e col pasto (compreso il gusto e l’olfatto)… e tanto altro. Dimenticarsi di queste componenti vitali significa snaturarsi e rischiare di perdere importanti spunti terapeutici e salutari.
“Siamo ciò che mangiamo” (Ludwig Feuerbach) è vero se allarghiamo il concetto a tutto ciò che costituisce la nostra “alimentazione vitale”. In fondo, ciò che ci insegnano la medicina olistica e psicosomatica, in linea con la filosofia di Feuerbach, è che non c’è distinzione tra mente e corpo: l’alimentazione dell’una si ripercuote sull’altro, e viceversa.
Vedi anche: Mangiar sano… in 7 punti psicosomatici