In questo percorso proposto da DarsiSalute passiamo dal corpo alla salute. Antonietta Valentini ci propone una visione ampia del concetto, sicuramente mutata ed evoluta nel tempo. Salute e società, anche se forse potrebbe non sembrare, sono estremamente connessi.
Condivido di seguito anche un mio commento.
Questa bella esposizione di Antonietta credo possa servirci per comprendere meglio come una ricerca di salute vada effettuata sempre in senso ampio e mai settorialmente. Le definizioni hanno sempre dei limiti, ma sono il nostro tentativo di esprimere, in questo caso, un concetto più teorico che reale, una specie di riferimento assoluto. La complessità che viene fuori ci dice di non cercare la salute, ovvero il nostro star bene, nella medicina o nella psicologia o nella realizzazione sociale… La salute è rappresentata dalla persona che “sta bene”, io direi soggettivamente più che oggettivamente. La salute non va nemmeno pensata come qualcosa di rigido, finito, o costante. Al contrario è molto dinamica, diversa per ognuno momento per momento. Allora che importa se realizzo tutti i criteri dati dall’OMS o da chissà chi altro, quello che conta è che possa godere pienamente della vita adesso! Le definizioni ci danno anche degli obiettivi come società: se ci prendiamo cura gli uni degli altri non possiamo limitarci ad una parte, ma dobbiamo occuparci della persona in tutti i suoi bisogni. Allora se sono malato non basta che io sia curato nel corpo, magari anche con le più sofisticate tecnologie mediche, ma necessito anche di supporto morale, spirituale e sociale. Se nessuno di noi è in perfetta salute significa che tutti abbiamo bisogno di essere curati in qualche parte di noi stessi e questo ci consente di mantenere il cuore e lo spirito aperti all’amore. Se non sentissimo questo saremmo degli illusi, probabilmente soli, funamboli su una corda che sappiamo prima o poi si spezzerà, in fondo disperati.