Mangiar sano… in 7 punti psicosomatici

In un precedente articolo (vedi qui) ho espresso il mio pensiero riguardante una “alimentazione terapeutica”, che non riguarda solo il cibo, ma molti altri elementi e aspetti vitali della nostra esistenza.

Senza addentrarmi nello specifico delle varie condizioni patologiche (o particolari) in cui possiamo trovarci, per le quali è necessaria una opportuna modificazione della dieta, ritengo fondamentali alcuni elementi legati ad una corretta alimentazione.

Alimentarsi col cibo è un atto d’amore verso se stessi, è un fondamentale momento della nostra vita. Oltre ad alimentare il nostro corpo nutriamo allo stesso tempo anche la nostra mente. Infatti l’intestino è dotato di un complicato sistema nervoso, e scambia continuamente segnali col cervello, tanto da essere considerato “il secondo cervello”. Quante volte ci accorgiamo che mangiare, soprattutto certi cibi, modifica il nostro umore e il nostro senso di appagamento!

Siamo giustamente attenti a cosa mangiamo, ma ritengo sia altrettanto importante curarci di come mangiamo.

Una corretta alimentazione (vedi i punti che seguono) consente di stare meglio sotto tutti i punti di vista: sentirsi più appagati, aumentare l’autostima, sentirsi più “leggeri”, avere più sicurezza riguardo alla salute del nostro organismo, e tanto altro.

  1. Mangiare con serenità. Il momento del pasto è sacro. Se vissuto in serenità e piacevolezza, permette di sentirsi uniti e in armonia con gli altri. Non a caso la maggior parte delle persone quando vuole incontrarsi lo fa in occasione di colazione, pranzo o cena. In famiglia spesso le discussioni più importanti vengono fatte a tavola, rovinando questa preziosa occasione. Possiamo invece imparare a vivere il pasto come un gioioso momento di fraternità, posticipando la trattazione delle problematiche più difficili.
  2. Acquistare cibi sani e naturali e cucinarli adeguatamente. I cibi migliori sono quelli delle zone in cui viviamo, di stagione e biologici. Mangiare cibi crudi, oppure prepararli con metodi di cottura che li alterano il meno possibile (al dente, bolliti) sono i più adatti a mantenere le importanti sostanze presenti nelle materie prime (vitamine, proteine, ecc.) e a favorire digestione e assorbimento. Cibi locali consentono anche di mantenere intatta la popolazione batterica intestinale, che è fondamentale per un corretto funzionamento dell’apparato intestinale, quindi per la digestione, e per l’equilibrio del sistema immunitario.
  3. Apprezzare il cibo. Il cibo non è solo sostanza da ingerire, va assaporato, gustato e apprezzato. Anche per questo è importante mangiare cibi più naturali possibile cucinati con metodi adeguati: li apprezzeremo sicuramente di più!
  4. Mangiare lentamente. Consente di assaporare meglio il cibo, di elaborarlo più efficacemente migliorando i processi digestivi, e di ottenere prima la sazietà.
  5. Evitare eccessi e carenze. Mangiare un po’ di tutto, dando priorità a frutta, verdura, legumi e carboidrati complessi (pane, pasta, riso, cereali). Limitare le carni, soprattutto rosse, i dolci, gli alcolici e il caffè. E’ molto importante imparare a cucinare piatti vegetariani che siano anche stuzzicanti (altrimenti si rischia di rifarsi sempre il palato con la carne e i dolci). E’ importante prendere in considerazione anche una riduzione dell’uso del sale e dello zucchero.
  6. Mantenere orari fissi per i pasti. Evitare digiuni prolungati o forti alterazioni negli orari e nei ritmi dei pasti. Se non è possibile farlo (per esempio a causa di turni di lavoro incompatibili) portare con sé almeno degli spuntini.
  7. Non dimenticare l’acqua. Evitare di bere troppa acqua (o altri liquidi) ai pasti, ma soprattutto ricordarsi di bere durante il giorno. Non c’è una quantità ideale valida per tutti, ma non si dovrebbe mai raggiungere il senso della sete, o ancor peggio non prenderlo in considerazione. Consiglio sempre, a chi non beve spontaneamente, di portare con sé una bottiglietta d’acqua e sorseggiarla di tanto in tanto.

Vedi anche: Quale alimentazione terapeutica?

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6 commenti su “Mangiar sano… in 7 punti psicosomatici”

  1. Mi sembra tutto molto giusto, ma è più facile a scriversi che a farsi. Spesso il momento della cena è l’unico in cui si riesce a vedersi tutti a tavola e nascono spesso delle discussioni! Ma se non lo facessimo in quel momento non lo faremmo mai!

    1. Si, sembra proprio così, ma non bisogna lasciarsi trattenere e imprigionare dalle abitudini. Prova a proporre nuove modalità comunicative, ad esempio racconta qualcosa di bello, proponi un bell’argomento, ecc. E se nasce la discussione invita a rimandarla a dopo cena, o comunque a un momento successivo. Questo rimandare rende anche più consapevoli di ciò che si sta facendo e stimola diversamente gli animi. Il cambiamento deve partire da qualcuno, cerca il modo più appropriato per viverlo serenamente, gli altri ti seguiranno. In bocca al lupo! Grazie per il commento

  2. Dottore, io prendo 2 caffè al giorno, ma non mi bastano… Ho paura a prenderne di più per poi ritrovarmi con la pressione alta. Lei cosa consiglia??

    1. E’ difficile dare una risposta esaustiva qui, per fare una valutazione simile dovrei conoscerti e capire qualcosa di te, come ad esempio il perché hai bisogno di quei caffè, com’è la tua pressione normalmente, e più in generale chi sei…
      1-2 caffè al giorno non dovrebbero essere particolarmente nocivi, anche se ripeto che si deve valutare caso per caso.
      Se ti senti particolarmente “imbambolato” o stanco è bene provare a capirci qualcosa di più. Spesso è un eccesso di attività mentale che provoca la stanchezza. Quindi ad esempio una leggera-moderata attività fisica, che mette in moto tutto l’organismo, può aiutare a riattivarsi e anche a riposare meglio di notte.
      Anche tecniche come la mindfulness associata a esercizi di energetica danno ottimi risultati, permettendo di ribilanciare la persona e migliorando il suo stato di salute generale.

  3. Grazie tante. Infatti mi sento proprio così, a volte ho la testa che mi scoppia, cioè è proprio calda… Però non trovo il tempo per l’attività fisica, che poi non mi piace neanche tanto, sono una persona che starebbe sempre sul divano. Anche perché mi viene mal di schiena facilmente e non so mai come gestire il movimento, ho sempre paura di farmi male. Quando poi accade che mi aumenta la lumbalgia, sto ancora più fermo e non ho più voglia di muovermi. Come si fa a uscire da tutto questo??? LE SONO MOLTO GRATO PER LE RISPOSTE!

  4. Meno attività si fa e meno se ne farebbe… trovando il gusto di muoversi si può iniziare nuovamente. Non si tratta di fare esercizi ginnici forzati, ma di sentire che possiamo farlo e può anche essere piacevole e divertente.
    La lombalgia peggiora molto con l’immobilità, anche se nel momento in cui inizi a muoverti senti dolore. Il movimento deve essere dolce e leggero, almeno inizialmente, poi secondo quanto senti puoi aumentare l’intensità, ma sempre in maniera consapevole e piuttosto rilassata. Il movimento in acqua favorisce questo tipo di attività.
    Senza conoscerti più di questo non posso dire, ovviamente laddove ci sono problematiche importanti è importante anche una valutazione specialistica e/o strumentale.
    Grazie a te e tanti auguri!

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