Blocchi psicosomatici

Il concetto di “blocco energetico” è presente nelle antiche medicine tradizionale cinese e indotibetana. Difficile, per persone di cultura occidentale che non hanno ancora approfondito questi temi, comprendere cosa possa significare. Se consideriamo la vita-vitalità come un flusso di energia¹, il “blocco” è l’ostruzione della sua circolazione nella persona. Come nel flusso d’acqua di un fiume possono esistere accumuli (a monte di un blocco) e carenze di energia (a valle del blocco). Un accumulo di energia può manifestarsi con dolore, infiammazione, ipersensibilità, mentre una carenza con una zona fredda, iposensibile, rallentata.

Secondo una visione più moderna, basata sulla PNEI (psiconeuroendocrinoimmunologia), il blocco può essere interpretato come un eccesso o un difetto dell’intensità dell’espressione dei comportamenti istintivi, emozionali e psicologici (Montecucco, 2010, pag. 184). Questo determina uno squilibrio nel sistema PNEI, con conseguenze che possono andare dal livello psichico a quello corporeo, con infinite sfumature in mezzo che comprendono entrambi.

L’individuo in equilibrio prova piacere nell’esistere, sia in senso corporeo che in senso psichico. E’ libero da tensioni e dolore, tutto il suo sistema “persona” è ben integrato, funzionale.

Il “blocco psicosomatico” è quindi una mancanza di armonia in questo sistema, e può essere localizzato in varie parti del corpo, con corrispondenze sul piano psichico ed energetico², e specifiche conseguenze sul comportamento della persona.

Ogni persona ha una propria sensibilità, che si è plasmata soprattutto durante il periodo intrauterino (gravidanza) e nell’infanzia, attraverso il rapporto con le figure di attaccamento, la madre in particolare.

I blocchi psicosomatici sono in relazione al tipo di sensibilità del sistema nervoso, ma si potrebbe dire che sono in relazione al tipo di anima; con un’anima molto evoluta la persona si ammala di più, perché anche una piccola cosa che non va viene registrata più intensamente, proprio perché è sensibile e vorrebbe vivere situazioni più profonde e armoniche del normale.

Montecucco, 2010, pag. 266

Note

  1. La materia stessa è energia, quindi il sangue che circola nei vasi è anche un flusso energetico, oltre al fatto che porta nutrienti, calore, cellule immunitarie, metaboliti. Qui però si parla soprattutto di energie più sottili.
  2. Il livello energetico verrà approfondito in atri post più specifici.

Bibliografia

Montecucco F., Psicosomatica olistica, ed. Mediterranee, 2010


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3 commenti su “Blocchi psicosomatici”

    1. Cara/o PB, un dolore muscolare può originare da un blocco psicosomatico, per esempio quando questo determina una forte tensione in quella sede, oppure anche quando il blocco si scioglie e l’energia comincia a fluire nuovamente. La tensione muscolare può sottendere la ricerca di protezione della parte sottostante, oppure finalizzata a mantenere una certa postura. Non mi piace dare facili interpretazioni ai sintomi: mai dimenticare l’originalità e l’unicità di quella persona. In ogni caso il blocco è un modo di spiegare e di teorizzare ciò che ci succede, ricordandoci la globalità del nostro essere.

  1. Commento ricevuto per email:
    “Buongiorno, come si può vedere una gastrite secondo quanto ha scritto nell’articolo http://www.pierluigimasini.it/2015/10/29/blocchi-psicosomatici/? E’ anche questa un blocco psicosomatico?
    Grazie
    Elisabetta”

    Cara Elisabetta,
    anche una gastrite è considerabile un blocco psicosomatico. Nella fattispecie si tratta di un eccesso di funzione (o se vuole di energia) dello stomaco, ovvero sul terzo livello psicosomatico. Quest’ultimo comprende gli aspetti della socialità, soprattutto la possibilità di essere se stessi nelle relazioni. Anche le esperienze, le emozioni e i vissuti vanno digeriti, e quando non riusciamo a farlo sentiamo tensione allo stomaco, fino alla gastrite. Il terzo livello è associato di solito ad altri blocchi e ne risente a sua volta.
    Per questi ed altri motivi lo sblocco dello stomaco (e più in generale del terzo livello) è molto importante e fondamentale: permette alla persona di iniziare ad aprirsi verso un modo nuovo di relazionarsi, creando la base per il lavoro sugli altri livelli.
    Lo stomaco, nella sua funzione digestiva vera e propria, risente chiaramente di ciò che ci facciamo passare dentro. Quando è irritato dobbiamo assicurargli una alimentazione adeguata, che non stimoli acidità e motilità e non irriti la sua parete (quindi, sotto controllo medico, evitando anche i farmaci con queste caratteristiche), eventualmente associando per dei periodi antiacidi o inibitori di pompa protonica, ma tuttavia non sarà questa la soluzione definitiva al problema!

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